Ormai sono tre mesi che il mio biondino frequenta la scuola dell'infanzia (che per e resta "materna").
La mattina e' ancora una lotta farlo alzare, mangiare colazione, vestire ed uscire di casa.
Mentre nei giorni di "vacanza", che per lui sono tutti i sabati e domenica, salta giù dal letto alle sette e si veste da solo senza che glielo si dica neppure, in settimana e' un susseguirsi di minacce, ricatti e urla disperate (sia mie che sue, eh!)
Almeno, però, non piange più al momento del distacco, limitandosi a ripetuti baci ed abbracci ed a salutarmi con la manina dalla finestra, gesto che mi stringe il cuore di affetto e senso di colpa ogni giorno feriale.
La didattica sembra prevedere tante ore dedicate al disegno ed alle attività di pittura, che personalmente non ho mai amato. L'Alpmarito, cattivello, insinua che così le maestre abbiano meno da fare; io credo che serva per sviluppare manualità, immaginazione e pensiero astratto (insegnanti o pedagogia che leggete, ho ragione io, vero?)
Ogni mese le maestre chiedono ai bimbi di disegnare il loro autoritratto, in modo da vedere come la percezione di se' cambia e si evolve nel tempo...ed è davvero affascinante osservare i disegni appesi alle pareti!
In più, le maestre creano bellissime scenografie e decorazioni per ogni stagione, cambiandole frequentemente, con materiali poveri e riciclati: non so davvero dove trovino tante idee e tanta abilità manuale!
Il momento del pranzo e' in lingua francese e stanno insegnando ai bimbi molti vocaboli.
La pecca è che l'insegnamento non è veramente bilingue e non tutte le insegnanti paiono sapere benissimo il francese. Confesso che noi speravamo in molto di più, visto il bilinguismo storico è ufficiale della Regione.
Il tema scelto per l'anno e' l'alimentazione ed infatti hanno iniziato a settembre con lo studiare le patate, facendo abilità di manipolazione con pannocchie, farine ecc, cucinando insieme ai bimbi gli gnocchi di patate (raccolte nell'orto della scuola e piantate in primavera, durante le giornate di inserimento).
I bimbi hanno persino ricevuto la visita di uno spaventapasseri in carne ed ossa che ha inzaccherato di fango la scuola (o almeno, questo è ciò che ha colpito il nano, perché le maestre: "non l'hanno neppure sgridato, mamma!!!"), costruendone poi uno loro con rametti, stracci, scampoli di lana e pannocchie!
La prima gita della vita scolastica del nano e' stata all'area verde del paese limitrofo: al momento di prendere l'autobus il nano era elettrizzato! Io ero emozionata come se stesse partendo per l'America e mi è scappata pure la lacrimi via (ma senza farglielo vedere).
Per capire cosa ha visto e imparato, però, ho dovuto chiedere alle maestre.
Lui, infatti, ci ha detto che c'erano le guardie forestali, hanno raccolto castagne e poi visto "animali morti ma non morbidi di peluche".
In realtà, hanno mostrato loro le piante e le diverse foglie e poi raccontato della vita di alcune specie di uccelli, gufi e aquile, usando animali impagliati!
Della gita ai campi di mais vicino alla scuola, invece, il nano ha raccontato solo di aver visto un uccellino morto tra le pannocchie!!! Vabbè!
C'è stata la raccolta delle castagne ed un pomeriggio di castagnata solo con i nonni (che però al nano non è piaciuta molto per l'assenza di mamma e papà), iniziativa molto carina.
Ed ancora, la gita al mulino ad acqua del paese vicino (ancora in autobus, per la gioia del nano e di tutti i bimbi!!!), con successiva polenta preparata dai bimbi e pranzo al sacco.
Poi sono passati allo studio del latte ed in programma c'è la gita in una vicina fattoria, per cercare la mucca Emilia, che pare si sia persa, e assistere al momento della mungitura.
Insomma: tante attività, compresa la musica e giochi all'aperto ogni volta che non piove!
Unico problema: le maestre insegnano un sacco di canzoncine e disegnano delle bellissime macchinine, in stile Saetta McQueen e il mio biondino ora si aspetta lo stesso da me e dal papà!!!
Note negative? Il fatto che non facciano lavare i denti ai bimbi dopo pranzo, sostenendo che poi si scambierebbero gli spazzolini e non sarebbe igienico.
Gli episodi di "aggressione" di alcuni bimbi più grandi ai piccolini, peraltro normali. Di buono c'è che il nano racconta di altri bimbi grandi che, in questi casi intervengono a difendere i piccolini.
Scioperi, festività, "recita di Natale": lunedì scorso le maestre hanno scioperato in blocco, avvisandoci, ovviamente di venerdì, solo dietro richieste insistenti.
Il calendario che ci è stato consegnato mostra una quantità impressionante di giorni di chiusura: santo patrono del paese vicino, recupero del santo patrono del paese perché cade a luglio (!!!), vacanze di Natale, vacanze di Pasqua, vacanze di inverno e Carnevale, ponte del 1 maggio, Festa della Repubblica, 1 Novembre, 8 dicembre, Fiera di Sant'Orso...vacanze estive di due mesi e 15 giorni.
Io l'Alpmarito ci siamo fatti un rapido calcolo: nella migliore delle ipotesi, due genitori lavoratori entrambi dipendenti, magari pubblici (perché nel privato mica lasciano sempre fare tutte le ferie previste per legge!), dovrebbero farsi tutti i giorni di ferie e permessi per coprire i "buchi" della scuola, ovviamente alternandosi e non incrociandosi mai!
Ah: guai ad ammalarsi e salvo scioperi ed assemblee sindacali!
Questo mi sembra il metro della civiltà della nostra Italia. È tutto dire.
Ed infine la chicca: ho appreso da un bel cartellone colorato appeso all'ingresso, che la recita di Natale si svolgerà venerdì alle ore....14.00
E seguirà: "
merenda gentilmente offerta da Voi genitori".
Ora, capisco che anche le maestre hanno una famiglia e che nessuno paga loro gli straordinari ma...i genitori che lavorano? I bimbi i cui genitori non riescono proprio a venire? Come si sentiranno, anche ammesso che possano partecipare i nonni? Perché mettere in difficoltà famiglie e bambini?
Noi, per esempio, non sappiamo ancora come organizzarci.
Secondo me, non farla proprio sarebbe stato decisamente meglio! Oppure fare uno sforzo e fissarla alle sei e trenta o subito dopo la fine della scuola, alle 17.30.
Infine: la merenda per i bimbi e' già compresa nel costo della mensa.
Non vedo perché dovrei offrirla anche a nonni e genitori. Non è una questione economica ma di principio.
Un conto è coinvolgere in attività didattiche (ben venga), un altro e' costringere i genitori, quasi sempre le mamme, a far salti mortali per non mancare e portare cibi e bevande!!!
Cambierà mai, in meglio, la scuola italiana? Ne dubito, sempre di più.
E' facile lanciare campagne populiste come "La buona scuola": offrire più ore e meno costi, invece, implica scontentare le insegnanti e mettere mano ai conti dello Stato, quindi...nulla di fatto.