mercoledì 9 gennaio 2013

Ci sono cose che non si possono comprare

Ci sono cose che non si possono comprare, perchè il loro valore è personale ed inestimabile. 
Vedere tuo figlio che tenta di arrampicarsi su una parete, ridendo felice ed indicando che vuole salire sempre più in alto. 
Arrampicare con tuo figlio in basso che batte le manine e dice mamma "ai" (= "vai"). 
Scoprire che tu e la tua dolce metà condividete ancora le vostre passioni sportive, anche se sono passati più di dieci anni dalla prima volta, il tempo libero è risicato e ora c'è un nano che vi osserva, vi saltella tra i piedi e vorrebbe imitarvi. 
Guardare il nano che corre barcollando sui tappeti morbidi, cercando l'equilibrio e ridendo come un matto. 
Disfare l'albero di Natale senza la solita nostalgia, perchè questa volta il nano c'è che aiuta a modo suo, lanciando le palline nella scatola, portandole a spasso nel suo carretto e circondandosi di lucine colorate, con il luccichio negli occhi. 
Accorgersi che a 14 mesi già mangia quasi da solo e dice "ciao ciao" stringendo e aprendo il pugnetto, a tutti,uomini, donne, animali e bambini, sempre con il sorriso. 
Ricordare che solo un anno fa era un nanetto indifeso che beveva (avidamente e continuamente), dormiva e produceva, produceva tanto..
Essere e sentirsi una famiglia. 

Ieri sera ho avuto uno di quei rari momenti di lucidità, in cui mi sembra di aver compreso di colpo il senso della vita, perlomeno della mia, ed in tema con l'ultimo post, ho realizzato che non importa cosa pensano e vogliono gli altri, come possono giudicarmi o criticarmi, importa VIVERE momenti così e tutti quelli che ti fanno sentire che ESISTI, perchè la vita è una sola e la vivo IO. 
E questa mattina non vedevo l'ora di scriverlo, perchè so che entro mezzogiorno, mi sembrerà un pensiero forse banale ed insulso e sarà già nebbia fitta.

lunedì 7 gennaio 2013

ESSERE VS. APPARIRE

Fin da bambina, mi sono sentita dire spesso che, pur non essendo essenziale l'apparenza, anche questa aveva la sua parte e che, soprattutto in occasioni "formali" o sul lavoro, l'apparenza era importante. Crescendo, ho imparato che, per quanto ci sforziamo di dare valore all'essere e non all'apparire, il modo in cui appariamo è il nostro "biglietto da visita", soprattutto in ambito professionale, e non solo. Ho scoperto che "sembrare" felice e allegra, positiva o sicura di sè, anche quando dentro di senti giù e l'ansia e l'insicurezza ti divorano, è una carta vincente, persino in amore: aiuta, e non poco. Se sembri sicura e positiva, infatti, attiri ottimismo e ispiri fiducia. Certo, ci vuole abilità a nascondere i propri reali sentimenti e pensieri e non sempre e possibile, ma a volte è essenziale provarci. L'apparenza non è importante solo per l'effetto che produce sugli interlocutori ma anche per una sorta di "effetto onda": ti permette di "specchiarti negli altri" e modificare la percezione di te stessa, così da cambiare davvero il tuo "essere". Purtroppo, ciò vale sia in negativo che in positivo. Credo che la nostra apparenza, intesa come "immagine", sia uno strumento, che dobbiamo imparare a gestire e, soprattutto, a controllare, affinchè non ci sfugga di mano, rendendoci prigionieri della gabbia che ci siamo costruiti con le nostre stesse mani o, peggio, che altri ci hanno cucito addosso. Il mio discorso potrebbe apparire cinico, ma io per prima vorrei che tutti noi sapessimo guardare all'essenziale e non fermarci all'apparenza, vorrei che tutto potessimo essere noi stessi senza se, senza ma e senza maschere, nel lavoro, nella vita e negli affetti. Non credo sia possibile però. E allora, quando è proprio necessario, cerco di apparire al meglio (apparire al peggio, proprio no, non ho mai sopportato chi esagera le proprie emozioni e condizioni negative per ispirare pietà e ricavare un tornaconto), anche se non lo sono. La discordanza tra l'essere e l'apparire, però, per quanto mi riguarda è relegato ad aspetti superficiali e mai alla sfera "privata",agli amici, agli affetti, alle mie convizioni di fondo, ai valori in cui credo, ai sentimenti. Su quelli, appaio come sono. Anche quando non vorrei e mi farebbe comodo il contrario. Gli amici mi dicono che sono trasparente, diretta e sincera al limite del decente e che è una "cosa bella". Io non sono certa che sia una dote positiva, in questa società in cui tutto, a prima vista è apparenza (ma so per certo che non è così, perchè per fortuna conosco persone splendide che sanno valorizzare chi "è" e non chi "sembra"). Ma sono così e ormai, da adulta, ho imparato ad accettare questa parte di me e a non tentare di cambiarla. Se penso a mio figlio, vorrei che non avesse mai bisogno di apparire diverso da quello che è, che potesse essere se stesso sempre, senza "piegarsi" alle richieste del mondo. Cercherò di insegnargli quello che ho imparato io, con l'esempio prima che con le parole, e di imparare a mia volta da lui. E' così piccolo ma mi ha già mostrato di sapere cogliere l'essenza delle persone e delle cose ed ignorare l'apparenza meglio di me, con quella apertura mentale e assenza di preconcetti, tanto meravigliosa quanto pericolosa, che solo i bambini sembrano ancora possedere. Questo post partecipa al blog storming di : http://genitoricrescono.com/tema-del-mese-essere-vs-apparire/

venerdì 4 gennaio 2013

2012

Il nuovo anno è arrivato. Sarà sincera: tanto amo il Natale quanto mi è indifferente il Capodanno. Da ragazzina era diverso, era un'occasione per fare tardi, ridere, scherzare con gli amici, sentirsi "grandi", uscire con i primi amori e fare "i botti".. Ora, invece, da donna indipendente (si fa per dire) e madre, il Capodanno ha perso del tutto la sua attrattiva. Da non tenerci più di tanto a passarlo a litigare però, ce ne passa...ma quest'anno è andato così e pazienza. Non pensiamoci più. Se penso all'anno appena trascorso...non c'è dubbio, mi basta un attimo per realizzare che è stato l'anno del mio fagiolino. Il primo anno intero con lui, il post partum, la tristezza e la malinconia, la solitudine (vera o presunta, poco importa), il senso di inadeguatezza e poi la gioia di essere in tre, di vedere il mio bimbo crescere ed evolvere, da ranocchietto indifeso a piccolo uomo che tenta di fare da sè, che gioca, che ride, che cammina, che parla! E' stato un'anno di incertezze, ansia e tristezza, di crisi lavorativa e di fratture insanabili ma anche un anno di gioie insegnamenti preziosi, attimi indimeticabili, di "mamma" uditi per la prima volta dalla sua vocina, di abbracci, dolcezze, amicizie ritrovate o coltivate, di nuovi nati in famiglia e di perdite, di incontri, occasioni, coccole e rinnovate certezze: la certezza di volersi bene e di amare e di sapere affrontare la vita insieme. E allora, non so ancora cosa mi porterà il 2013 ma so che anche questo anno passerà e, come sempre, starà a me coglierne la gioia e la bellezza, affrontandolo con il sorriso, anche se fuori dalla porta di casa, intorno al mio piccolo mondo, il sorriso e la fiducia nel futuro ancora latitano. Buona 2013 a tutti.

giovedì 20 dicembre 2012

Io AMO le tradizioni e non me ne vergogno

Io amo le tradizioni, i riti, le feste comandate.
Ogni volta che lo dico, mi sento accusare di essere noiosa, ripetiva, conformista, come se  ricordare e preservare fosse passato di moda, qualcosa di cui vergognarsi.
Invece, io amo ritrovare ogni anno gli stessi addobbi, gli stessi gesti, le stesse parole.
Amo riviviere le feste con gli stessi amici, meglio ancora se con l'aggiunta di qualche nuovo amico o conoscente in più.
Le tradizioni fanno parte della mia identità, sono una coperta calda in una casa accogliente, in cui rifugiarsi con fiducia e speranza.
Quest'anno più che mai, con il clima un pò abbattuto, sconfitto, che respiro nelle strade e tra i discorsi della gente, non vorrei cambiare nulla delle mie tradizioni, dei riti festivi della mia famiglia.
E invece, proprio qualche giorno fa ho scoperto che questo Natale sarà un pò diverso, perchè cambieranno i momenti e le occasioni di incontro.
Ma non importa.
Natale per me è stare con la mia famiglia, mangiare le lasagne del papà, aprire i pacchetti sotto l'albero e vedere il sorriso dipingersi sul volto di chi amo, per un regalo "giusto" o per un bigliettino che ha colto nel segno.
E' ricordarsi di telefonare agli amici più cari, quelli che magari non vedi da tempo ma che sono sempre nei tuoi pensieri e quando alzi il telefono e li senti è come essere sempre stati insieme.
E' spostarsi da una casa all'altra, da un pezzo di famiglia all'altra, per stare un pò con tutti, per condividere la gioia di ritrovarsi ancora insieme e ricordare chi non è più con noi, ma solo fisicamente.
Amo la scelta dei regali per le persone vicine (non quelli fatti un pò per "dovere", che ogni anno limito sempre di più), gli auguri fatti e ricevuti per strada, anche a chi non si conosce bene, perchè  IO CREDO negli auguri che faccio..
Ogni anno ci sono giorni o attimi in cui vorrei fare tabula rasa di tutte le tradizioni e cambiare, seguire l'astro del momento e magari partire per un posto lontano.
Capita sopratutto a Capodanno e a natale, quando quasi ti senti obbligato a festeggiare, anche se non sei al massimo.
Eppure, ogni volta mi fermo riflettere e capisco che non è dalle "tradizioni" che vorrei fuggire, ma dalle "convenzioni".
E poi, so già con certezza, che me ne pentirei.
Da quando c'è il nano, poi, preservo le mie tradizioni perchè possano costituire la base delle sue, con la speranza che comprenda che la magia del Natale è soprattutto nella voglia di stare insieme, al di là dei problemi contingenti, delle incomprensioni, delle  invidie, delle gelosie e dei desideri di ciascuno.
Io amo le mie tradizioni, che sono un pò le tradizioni della maggioranza degli italiani e un pò solo nostre, e così deve essere.

Questo post partecipa al blogstorming "Tra tradizione e memoria", http://genitoricrescono.com/blogstorming/cosa-e-il-blogstorming/.
 

martedì 18 dicembre 2012

Di bianco, di nero e di colore

Ho scoperto che la magia dell'inverno può nascondersi anche nell'assenza di colore,
nella nebbia che adoro da sempre, nel sole un pò freddo di mezzogiorno...
ho scoperto che certi colori nella mia mente fanno Natale più di addobbi e festoni...

ho trovato piante insolite ed inaspettati sprazzi di rosa e di giallo..

ho trovato il tempo di guardare i particolari, almeno per un giorno..
...assolutamente da rivivere!


Foto di Mamma Avvocato,vietata la riproduzione e duplicazione.

lunedì 17 dicembre 2012

Ci sono giorni in cui mi sento impotente, debole, insicura e in colpa, per non aver fatto abbastanza, per non essere in grado di fare di più.
Mi è accaduto in passato per via dei rapporti famigliari,  per motivi di lavoro e di amicizia.
Mi è accaduto nei primi giorni (o forse sarebbe meglio dire, nelle prime settimane) della mia nuova vita da "mamma".
Ma erano anni che non mi accadeva di sentirmi come QUESTO fine settimana.
Il fatto è che il mio fagiolino ha avuto al febbre per la prima volta dalla nascita e l'ho visto debole, fragile, bisognoso di cure, coccole, attenzioni, più piccolo e indifeso che mai.
So che è normale, so che ai bambini la febbre può salire molto, so e sapevo che non era nulla di grave ma mi è preso il panico comunque.
A volte la razionalità non basta, si risponde "di pancia".
E ora che la situazione sembra migliorata ed il nano è tornato ad essere il mio solito bimbo vivace e sorridente (sperando che non vi siano ricadute), mi trovo a sospirare di sollievo e a fare i conti con il mio senso di colpa.
Già.
Perchè venerdì il nano stava covando l'influenza ma io ho sottovalutato la sua stanchezza e l'ho portato comunque all'asilo. Perchè il pomeriggio avevo impegni di lavoro e ho dovuto affidarlo alla nonna. Perchè domenica l'ho lasciato con il papà prima, e con i nonni poi, per altri impegni non rimandabili. Perchè le notti passate a controllarlo ad ogni versetto, starnuto o accenno di pianto e la giornata di sabato trascorsa a coccolarlo e a giocare con lui mi sembrano insufficienti, perchè nulla è mai abbastanza per lui.
Perchè lo amo ogni giorno di più, di un amore viscerale, profondo, che non si può spiegare e raccontare ma solo vivere, come credo sappiano tutti i genitori.  Perchè prima di venerdì ogni tanto mi mancava quella  libertà di inventare impegni, improvvisare, uscire, fare, che  caratterizzava la mia vita di "prima".
Questo fine settimana, invece, ho capito che se il nano non sta bene, anche se si tratta di malanni di stagione e non certo gravi, anche se so di averlo lasciato in ottime mani e che si tratta di un'assenza di una manciata di ore, null'altro mi importa più.

giovedì 13 dicembre 2012

Quest'anno, a Natale regaliamo un pensiero..
positivo, ottimista, allegro, ironico, divertente, romantico, nostalgico, come volete...purchè parli agli altri, rendendo la loro giornata un pò speciale..
L'iniziativa si chiama #LEAVEAMESSAGE 2012 e trovate tutte le informazioni per partecipare qui: http://machedavvero.blogspot.co.uk/p/leaveamessage-2012-share-love.html


Coraggio, non costa nulla, solo un pò del vostro tempo ma sono certa che ne varrà la pena!!
Buon messaggio a tutti! 

lunedì 10 dicembre 2012

Io posso

Posso mettermi un velo di lucidalabbra tutte le mattine
posso cambiare borsa almeno una volta al mese
posso ricordarmi guanti e cappello tutte le mattine
posso avere più pazienza quando fagiolino fa i capricci per non mettersi il piumino
posso accettare con un sorriso che la cucina diventi un campo di battaglia ad ogni pasto
posso pulirla TUTTI i giorni
posso divorare i libri uno dopo l'altro come facevo prima della nascita di fagiolino
posso finire la maglia che ho iniziato entro...tre mesi...facciamo quattro
posso dedicare più tempo al maritino
posso volermi più bene
posso sentirmi meno inadeguata
posso telefonare più spesso ad amici e parenti che VOGLIO sentire
posso andare in piscina almeno una volta alla settimana e ad arrampicare con la stessa frequenza
posso essere più paziente con La Suocera

posso....
o forse no?
Magari da gennaio, dai !

mercoledì 5 dicembre 2012

Questa mattina sono saltata giù dal letto al primo squillo del telefono-sveglia e mi sono lanciata sotto la doccia, per battere sul tempo il marito ancora assonnato (e dire che la sveglia suona per lui!) e il fagiolino addormentato.
Questa mattina, biberon, caffè, cambio e vestizione li ho lasciati a Lui.
Un lusso pagato a caro prezzo.
Sono uscita di casa affannata, stanca, irritata con il fagiolino che remava contro e, ovviamente, come sempre in questi casi, sentendomi una pessima madre perchè ero irritata ed irritandomi ancora di più per questo..un girone infernale.

Perchè, credo sia doverso premetterlo, essere mamma per me è una gioia infinita ma anche una continua fatica e una sfida quotidiana. Contro me stessa, i miei desideri e le mie necessità, di lavoro e di vita, contro il tempo e contro gli altri.
Sì, lo so che è sbagliato, ma le cose stanno così. 

Avete presente quello sguardo di compatimento delle altre mamme quando ti vedono arrivare di corsa, in ritardo, a prendere il fagiolino a scuola?
E quelle madri tutte miele e sorrisi, apparentemente impeccabili, che trovi ai giardinetti, dove chiaccherano amabilmente con altre mamme, mentre il loro pargolo, che sembra uscito da una rivista patinata, gioca tranquillo?
Ecco.
Io so che siamo tutte (e non solo le mamme!) nella stessa situazione, tutte di corsa e tutte piene di dubbi, paure e preoccupazioni, ma spesso, mi sento inadeguata comunque e un pò le invidio.

Intanto, fagiolino ha messo altri dentini ed è entrato all'asilo con il sorriso e la voglia di giocare. Io, invece,  sono in ritardo sulle scadenze.
Tutto nella norma, dunque.

QUESTA SONO IO

Mamma da poco più di un anno.
Moglie.
Libera professionista.
Donna.
Lettrice accanita.
Sportiva (prima del figlio).

Io in poche parole.

Ho sempre sognato di diventare scrittrice ma, diciamocelo, non ne ho la stoffa.
E allora, dopo tante letture, di libri e di blog, mi sono lanciata...qui!
Un pò imbarazzata, tanto timida e molto curiosa. Carica di aspettative.