La scorsa settimana ho letto un romanzo imprestatomi dalla nonnina.
Un romanzo molto sentimentale, molto femminile, che mi ha commosso e fatto riflettere, con un tema molto attuale: l'amore di un genitore, naturale o no che sia.
La storia è più frequente di quanto si pensi, anche declinata la maschile: una madre lascia i suoi figli, un padre rimane solo, si innamora e crea una nuova famiglia, poi però muore, ovviamente senza lasciar scritto nulla.
E inizia la lotta tra madre naturale e "matrigna", per l'affidamento dei figli, con amici e parenti che patteggiano per l'una o per l'altra.
In questo caso, prevale la ragione, ma non sempre è così.
Comunque, ciò che mi è piaciuto di più, in questo libro, è la figura della matrigna, ben diversa dallo stereotipo delle fiabe, capace di un amore incondizionato e che si sente madre a tutti gli effetti, perchè anche se non li ha partoriti, i figli li ha cresciuti.
E poi c'è il lutto, il coraggio di inventarsi un futuro ed una storia di internamento nei campi di concentramento per gli italiani in America durante la seconda guerra mondiale, che confesso non conoscevo.
Sapevo dei giapponesi e delle confische di beni anche agli italiani, ma non dell'internamento di molti di loro.
Un pò irrealistica, per quella che è la mia esperienza, è la ragionevolezza alla fine dimostrata dalle due donne.
Tuttavia è un romanzo e quindi è lecito sognare.
Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Home made mamma.
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