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sabato 7 dicembre 2013

Cominciamo bene.....! (Ma confido finiremo meglio!)

Per questo fine settimana avevamo molti programmi, tra cui il solito corso di acquaticita' del sabato pomeriggio, addobbare la casa, fare l'albero, qualche commissione, un giro in biblioteca, una mezza giornata in ufficio perché sono indietro, la visita da amici con prole.....

Invece e' dalle cinque di questa mattina che il nano vomita a getto e ha la diarrea....tre lavatrici in una mattina, due cambi completi di lenzuola (per lui e per noi, perché ad un certo punto ha voluto stare nel lettone), sette body, tre pigiami, un numero imprecisato di felpe e pantaloni della tuta, miei e suoi, inzuppati e lavati.

Sembra di stare in un accampamento, con indumenti ad asciugare ovunque e 21 gradi...muoriamo di caldo ma è l'unico modo per sperare di fare asciugare il tutto in ere non geologiche, perché chissà come andrà il prosieguo del fine settimana.

Bloccata in casa da sola con un nano noiosetto perché malaticcio ma sempre vivace, in attesa di soccorsi (= nonna con pannolini, addobbi per l'albero che giacevano nella sua cantina e lenzuola pulite), mi sono sforzata di dare comunque il via al clima natalizio ed intrattenere il piccolo.

Ecco i primi, seppur modesti, risultati!


 

Il nostro presepe equo e solidale
Il nostro presepe equo e solidale
 
Il nostro presepe equo e solidale
 
Il nostro presepe equo e solidale
Lettino in versione natalizia
Piccolo collage per piccole dita che amano incollare!!!

 

lunedì 23 settembre 2013

Igiene e cura di sè...in versione sportiva!

Quella di ieri è stata una giornata intensa, stancante ma molto emozionante. L'Alpmarito ed io abbiamo portato ad arrampicare due dei nostro nipotini e due cuginette, oltre al nano, naturalmente (il quale, a dire il vero, ha apprezzato di più la compagnia, il grande prato in cui ha corso e giocato a palla e la sabbia del campo da beach-volley, ma per ora va benissimo così!).
L'entusiasmo dei bambini, la loro curiosità nel capire come e perchè ci si doveva legare, nell'ascoltare i consigli sui movimenti più opportuni e sulle prese migliori, la loro attenzione nel controllare di aver indossato il caschetto, la loro felicità nel riuscire, la loro determinazione, il gioco del confronto, la voglia di salire ancora e ancora, che cresceva di pari passo con la nostra stanchezza, ci hanno ripagato da tutto il tempo e l'attenzione dedicati a loro e, naturalmente, dalla fatica (fisica e mentale!).
Questo è quello che noi crediamo sia insegnare al nano (ma non solo) ad aver cura di sè.
Cura del proprio corpo, inteso non tanto nella sua estetica, soprattutto per un bambino, quanto nella sua funzionalità e potenzialità espressiva, nella sua "fisicità".
E della propria mente, perchè nulla è più vero, secondo noi, dell'antico detto "mens sana in corpore sano".
Mi permetto di parlare al plurale perchè so che questa è una delle convinzioni che io e l'Alpmarito condividiamo: lo sport, il movimento, il gioco fisico come palestra di vita e "cura" per il corpo e la mente.
Non solo. Come espressione di sè, momento di formazione e crescita della propria personalità e del proprio carattere.
Perchè prendersi cura di sè vuol dire anche confrontarsi con il propri limiti mentali e fisici, sforzarsi di superarli, spingersi al miglioramento.
Comprendere che la pazienza e la tenacia danno sempre risultati, avere coraggio, lottare per divertirsi e amare il nostro corpo non per come appare ma per ciò che ci permette di fare, per la gioia che ci consente di trarre dal movimento, che si esplichi in una passeggiata, in una corsa, in una scalata, in una nuotata, nel giocare a pallone e così via.
E poi prendersi cura di sè significa anche dedicare del tempo a ciò che ci rende felici e a trasmettere questa felicità, o almeno provarci, a chi amiamo.
E' questo che cerchiamo di insegnare al nano, ovviamente con l'esempio, perchè in questo campo le parole possono poco.
E l'igiene, cosa c'entra,starete pensando?
Ecco, in fondo il termine "igiene" (di origine greca), significa proprio "sano, salutare, curativo".
Cosa c'è di più igienico dello sport e del movimento, per cui, in fondo, siamo tutti dotati?
Quanto alle pratiche di prevenzione delle malattie, cui l'igiene rimanda, devo dire che i comportamenti che adottiamo con il nano sono gli stessi che adottavamo prima di diventare genitori ORA.
Specifico ora perchè, quando il nano era piccolino, mi sono ritrovata a sterilizzare a ciclo continuo biberon (rigorosamente di vetro, perchè delle reazioni di certe plastiche al calore non c'è da fidarsi), tettarelle (rigorosamente in silicone, che non si deforma con il calore, a differenza del caucciù) e ciucci (anch'essi di silicone), facendoli bollire in un grande pentolone d'acqua calda per dieci minuti ogni volta.
Per il resto, però, devo dire che ho usato additivi o disinfettanti per la lavatrice per un periodo molto limitato, convinta dall'Alpmarito e dall'osservazione pratica della realtà, della loro inutilità, e ho lavato casa quasi come prima (cucina a parte, che era ed è sempre un disastro e quindi necessità di più cura) e non ho mai lavato a 90 gradi vestiti o accessori.
Il primo vero bagnetto, poi, glielo abbimo fatto a due mesi di vita, per timore di indebolire la sua fragile pelle (e su consiglio della pediatra) e anche oggi, ci limitiamo a quando è necessario (tipo d'estate se suda molto o quando gioca con terra, sabbia & co, il che avviene spesso).
Quanto il nano ha imparato a spostarsi e ad afferare gli oggetti, poi, confesso di aver smesso di sterilizzare: impossibile stargli dietro!!!
Ciò che mi ha sempre infastidito era ed è soltanto vedere amici, conoscenti o parenti che toccano il mio nano senza che avere le mani pulite...grrrr.
Lavarsi le mani, questo sì che lo facciamo spesso e a lungo e insistiamo tanto con il nano: libero di sporcarsi ma poi obbligato a lavarsi manine, faccino ed all'occorenza piedini!
La mia fissa: i vestiti macchiati..non li sopporto, nè addosso a lui nè a me, lo cambio e basta (sforzandomi di non drigli che non deve sporcarsi e non lamentarmi, anche se ogni tanto mi scappa qualche sospiro di troppo), anche se dopo mezza giornata siamo a punto e capo!
Questo post partecipa al tema del mese del Blogstorming di Genitori Crescono: "Igiene e cura di sè", http://genitoricrescono.com/tema-mese-igiene-cura/
http://genitoricrescono.com/blogstorming/cosa-e-il-blogstorming

mercoledì 11 settembre 2013

Spero

Vorrei scrivere un post pieno di leggerezza, di ricordi di posti lontani, di sole che ancora brilla, nonostante l'aria autunnale, del sorriso del mio bambino.

Invece non ho avuto neanche il tempo di aggiornare i post sul Portogallo con l'inserimento delle immagini, dopo 3 settimane dal rientro.
Nè ho ancora ordinato la stampa di quelle foto che giacciono da un anno sull'hardisk, in attesa.
Nè sono riuscita a riprendere una qualche attività sportiva.
E la casa rimane un casino.
Sono tornata senza essere mai andata via, non con la testa.
Sono tornata e sono stata catturata dagli impegni, dal lavoro (ed è anche una fortuna), dalle preoccupazioni.
Per la mia famiglia, qualla d'origine, che si è, in qualche modo, spezzata,
per il nano che ha ricominciato con tosse e raffreddori e lavaggi nasali,
per l'Alpmarito, senza più un lavoro ma con tanti progetti e idee in testa
e preoccupazioni e paure (non vuole mostrarli ma so che ci sono),
per la casa che ci aspetta ma sarà un lungo viaggio,
per il futuro ed il presente,
per gli amici che non riusciamo a vedere, nonostante i nostri sforzi,
che forse dovremmo ammettere che allora non sono poi così tanto amici,
ma fa male,
e per loro, soprattutto.

Guardo il nano, anche se febbricitante, con gli occhi rossi ed il nasino che cola ma comunque sano e felice, e poi penso a lui.
Al nostro "nuovo" cuginetto, arrivato con tanto, troppo anticipo, e già segnato dalla vita, dall'incompetenza o dal senso di onnipontenza di medici e infermieri poco accorti, dalla sfortuna, dall'ingiustizia; a lui, che lotta per crescere, anche se, ormai, per sempre rimarrà senza un pezzo di sè.
Penso alla sua mamma ed il suo papà, che vivono con angoscia e speranza, ormai per lui, solo per lui, come solo dei genitori.

E penso a lei,
la mia amica, bella dentro e fuori, 
e a lui,
il mio miglior amico, che la ama.
Penso a loro, alle prese con una malattia che ha colpito lei ma con lei anche lui.
Una malattia che non merita, che non meritano.
Non adesso, poi.

E penso ad altri cugini,
lontani nel grado di parentela e nello spazio
ma non nel mio cuore.
Anche loro alle prese con la malattia,
e, anche se questa volta riguarda una persona anziana, l'età non basta a rendere accettabile il dolore.

Penso a loro e mi sento fortunata.
E in colpa, anche.

Se avessi fede, pregherei per loro.
Se la salute si potesse regalare o comprare, correrei in negozio.
Se conoscessi le parole per farli stare meglio, le direi.
Se fosse medico, li curerei.

Invece.
Non posso donare salute, non conosco parole magiche, non sono un medico e non ho fede.

Telefono, ogni tanto, perchè bisogna entrare in punta dei piedi nel dolore altrui e non voglio che l'interesse si trasformi per loro in pressione, fatica, invadenza. E non so mai quanto sia gradito e quanto no.
Chiedo, e spero.

Spero che, per una volta, al mondo sia rimasta un pò di giustizia.

lunedì 22 luglio 2013

Di sfortune e fortune

Sono ormai quindici giorni che rimando, che evito di dire quel che sto vivendo.
Nessuna tragedia, per carità, ma non è un momento facile.
Non è l'estate che mi ero immaginata e di cui avrei avuto tanto bisogno.
Perché, di punto in bianco, l'Alpmarito e' partito per una nazione lontana, con tre giorni di preavviso e di corse frenetiche, e non ritornerà che ad ottobre.
Lavoro - senza lavoro- lavoro all'estero e non nella vicina Svizzera o Francia, non sia mai.

Nel frattempo, ovviamente, stiamo acquistando casa, un rustico che poi, ovviamente, sarà da ristrutturare interamente.

Mio padre se ne è andato di casa, per vari motivi: in ogni caso, una batosta per mia madre ma non solo.

La mia nonnina adorata non è proprio in piena forma ed è così cocciuta da rifiutare di curarsi come si deve e chiedere aiuto. Una cugina a cui tengo non sta molto meglio.

Ogni volta che ascolto le notizie del giorno, mi deprimo.

In tutto questo, i nostri piani per l'estate sono completamente saltati.
Ho dovuto acquistare un salatissimo biglietto aereo per andare a trovare l'Alpmarito almeno ad agosto, quando avrei tanto preferito la settimana nella solita località di montagna che amo e la settimana al mare, in un campeggio modesto in Francia. Niente lussi ma relax.
Invece mi sciropperò un viaggetto da sola con nano, in una città calda e non so ancora quanto interessante, vedendo l'Alpmarito a tarda sera, o un giorno si è uno no, se proprio mi va bene. Non so quanto il nano ne sarà entusiasta.
Lui inizia solo ora ad accusare il colpo della lontananza dal papà, con capricci e crisi di mammite acuta...mi tocca tenermelo in braccio anche sulla tazza e davvero non so come consolarlo.
In più mi sembra ormai stanco anche del nido, dei soliti orari e della solta routine.

Però...
C'è un però.
Poteva anche andarci peggio.
Avrei potuto abitare in una grande città, lontana da mari, monti e laghi e in preda all'afa.
L'Alpmarito avrebbe potuto rimanere in cassa integrazione (e si, avremmo avuto i soldoni ma di certo pure la depressione, per come e' fatto lui).
Per il resto, difficile vedere un lato positivo.
Intanto, comunque, ho un'infinita' di vallate alpine da visitare anche in giornata, al massimo a due ore d'auto (e di coda, sappiatelo- odio i camperesti!), parenti miei ed acquisiti sparsi tra i monti da andare a trovare, la mamma e i suoceri che mi aiutano con il nano (ognuno a suo modo, ma va bene lo stesso), una piscina all'aperto a 3 km al costo di una piscina normale, un clima ancora abbastanza ventilato e poi, ad una ventina di km/mezz'ora, questo piccolo angolo di paradiso per il nano e non solo.



Se non che questa sera ho un terribile mal di gola, un'emicrania martellante e mi sento uno schifo.
Faccio blog terapia e spero di risvegliarmi in salute, perché se cedo siamo fritti.



mercoledì 12 giugno 2013

Arrossamenti da pannolino e creme


Da un paio di settimane, ormai, il nano ha preso spontaneamente l’abitudine di comunicarci il momento in cui sta per evacuare, anche se con preavviso di pochi secondi.
Felicemente sorpresi della novità, io e l’Alpmarito abbiamo riesumato dall’armadio due riduttori blu e verdi vagamente somiglianti ad un pinguino, regalo di un’amica nonna con una nipotina ormai cresciuta, e li abbiamo dati al nano, perché ci giocasse e prendesse confidenza con il loro uso.
Ovviamente è ancora molto presto per un vero spannolinamento che, a dire il vero, non abbiamo tutta questa fretta di affrontare.
Ci piacerebbe, però, approfittare di questa sua iniziativa, probabilmente dovuta all’emulazione dei bimbi grandi del nido, per aiutarlo presto ad evacuare nel wc, possibilmente senza passare per il vasino.
Questo perché il nano, già di pelle sensibile dalla nascita (infatti da quando abbiamo scoperto allo spaccio i pannolini usa e getta quasi in 100% cotone, peraltro riciclabili allo 80%, non li abbiamo più lasciati!), si arrossa immediatamente se la caccotta rimane a contatto con il sederino anche solo per pochi minuti.
Il wc sarebbe la soluzione radicale e definitiva del problema, oltre che certamente la più pratica!
Nel frattempo, ho avuto modo di apprezzare uno dei tre prodotti del kit BEPANTHENOL della Bayer che l’azienda mi ha gentilmente inviato qualche tempo fa per prova: la “Pasta Lenitiva protettiva” (confezione da 100 g).
In apparenza di consistenza più densa di altre che ho avuto modo di usare, ahimè, negli ultimi 19 mesi, spalmata è morbida e cremosa e per nulla pastosa.
Il nano ha mostrato di gradirla, anche nelle pieghe dell’inguine in questi primi giorni di caldo e conseguente sudore (no problem, però, il sole se ne è già andato) - ed io pure, sia perché non lascia quell’odore di crema, che personalmente trovo fastidiosissimo, sia perché mi pare sia molto efficace nell’eliminare ed evitare l’arrossamento.
In più, la crema non unge e non impasta le mani, come altre, difficili da far venir via anche lavandosi con acqua calda.
E’ anche delicata e idratante, probabilmente perché priva di profumi e conservanti e con il 65% di sostanze emollienti, stando a quello che ho letto sulla confezione.
Ho provato anche la “Smagliature Crema” (confezione da 150 ml) e, anche di questa, posso confermare la delicatezza: la mia pelle è molto sensibile, per via delle innumerevoli allergie ma non ho avuto alcun problema con questa crema, che in realtà a me sembra più un fluido, per la sua consistenza leggera.
E’ comoda, perché l’erogatore a pressione aiuta a non sprecarla e non sporcare in giro (soprattutto se maneggiata da un bambino furbetto di passaggio), si assorbe subito e, secondo me, dove applicata sostituisce anche l’idratante (non per nulla, c’è scritto che contiene glicerina e Vitamina B5, oltre alla Centella asiatica, di cui avevo già sentito parlare in altre creme anti – smagliature e anti – cellulite).
La sto mettendo mattina e sera ma, sinceramente, non saprei dire se sia efficace, sia perché avrei dovuto usarla anche durante la gravidanza e non solo ora, a distanza di tempo, quando le smagliature ormai ci sono – e qui, recito il mea culpa - , sia perché una quindicina di giorni sono troppi pochi per giudicare.
Visto, però, che la pelle rimane liscia e morbida, io cnotinuerò ad applicarla diligentemente, così da placare i miei sensi di colpa (provare ad intervenire a volte far già sentire meglio), e poi......vi dirò a fine confezione!
Quanto al terzo prodotto, fortunatamente non ho avuto la possibilità di testarlo e dico fortunatamente perché si tratta di una schiuma rinfrescante e idratante per scottature lievi: la tengo nell’armadietto dei medicinali e spero di non averne bisogno, non per il nano, almeno!

venerdì 31 maggio 2013

Biberon al piombo




“Biberon al pimbo” di Maria Cristina Saccuman, Sironi Editore 


Un saggio breve (190 pag.) ma denso: di informazioni, suggerimenti, dati, spiegazioni scientifiche, eventi reali, storie vere.
Non posso che condividere le conclusioni dell’autrice: una volta che si sa, è impossibile fingere ignorare.
E questo libro insegna molto, troppo per essere riassunto in poche righe.
Eppure vorrei che lo leggeste, che tutti lo leggessero, genitori e non, nonni e non, per proteggere proprio i più deboli e indifesi, i bambini, i figli nostri e altrui, e le donne in gravidanza.
Perchè, come scrive la Dott.ssa Saccuman a pag. 188: “E’ impossibile separare la loro salute da quella dell’ambiente che li circonda. Impossibile isolarli in una zona protetta. Non ci si salva da soli, e non si salva solo il proprio bambino”.

Il saggio è diviso in capitoli, dedicati ognuno ad una fonte di inquinamento: il piombo, l’argento liquido, gli organici persistenti (POP e PCB), particolato, carbonio e e ozono,  DDT e pesticidi, le plastiche.
Sostanze a cui possiamo cercare di sfuggire, che possiamo ridurre, che possiamo neutralizzare parzialmente, ma non evitare, perchè sono ovunque intorno a noi.
E leggendo ho avuto la possibilità di conoscerle e conoscere qualcosa dei loro effetti, incredibilmente devastanti, sullo sviluppo dei bambini.

Il bello di questo libro è che aiuta a far luce su episodi di inquinamento accaduti molto vicino a noi, nel tempo e nello spazio, come quello creato da una nota azienda di Brescia, che fa sì che dal 2002 ogni sei mesi il Comune di Brescia ordini alla popolazione di evitare “ogni operazione che comporti il contatto con il terreno o l’inalazione di polveri da esso provenienti”, con conseguente divieto di toccare la terra, scavare, giocare, calciare un pallone, anche nei parchi pubblici; o l’Ilva di Taranto, con gli effetti riscontrati nel latte materno delle donne del posto; l’esplosione dell’ICMSE di Meda nel luglio del 1976, con rilascio di diossina che esplica i suoi effeti sul funzionamento della tiroide di figli di quelle che all’epoca erano solo bambine, partoriti anche trent’anni dopo l’esposizione; i cetacei arenatisi nella spiaggia di Foce Varano, nel Gargano, il 10.12.2009, morti per inquinamento da POP e PCB; la SLOI di Trento, una fabbrica ormai chiusa da 30 anni ma di cui rimangono 24 ettari contaminati dal piombo e 180 tonnellate di teatrile disperse nel terreno; senza tralasciare i casi esteri, europei e non.
La parte che mi ha colpito di più, devo dire, forse perchè mamma da poco, è quella relativa all’inquinamento riscontrato nel latte materno e l’esposizione al piombo derivante da vernici sgretolate, magari di vecchi giochi o vecchie case, per non tacere dei giocattoli al piombo ritirati dal mercato nell’agosto del 2007, dopo che un numero imprecisato di esemplari era già stato venduto (e si parla di sottomarini Elmo, macchinine Cars, bambole di Dora l’esploratrice con marchi Mattel e Fisher Price, che denunciarono immediatamente l’accaduto).

Alla fine, però, le conclusioni dell’autrice sono meno allarmistiche di quanto ci si potrebbe aspettare: non solo il mondo, o meglio, parte di esso, sta diventando più sicuro e la salute ambientale sta diventando un tema “caldo” e attuale, con la promozione di un’approccio “d’insieme” alle problematiche, ma si può fare molto, come singoli esoprattutto, con azioni globali.
E quando ci si muove, gli effetti benefici sono immediati.

Il compito degli adulti? “Cercare le informazioni, discriminare, spingere perchè si agisca nella giusta direzione. Ci tocca anche mantenere il senso delle proporzioni: ricordare che la povertà può essere potente come il piombo, che ai bambini servono cose interessanti da fare, da vedere e di cui parlare, e qualcuno che li ami abbastanza e possa condividere un pò del loro mondo.” (pag. 190, ultimo capoverso).
Leggendo, infatti, si scopre che stimoli adeguati sono in grado di contrastare l’effetto delle sostenze inquinanti sullo sviluppo del cervello fetale e neonatale, riducendo l’impatto sul QI, la memoria e le altre funzioni, e che i benefici del latte materno superano quasi sempre gli effetti negativi della contaminazione.

Io, da parte mia, cerco di fare la mia parte consigliando questo saggio, che ho letto e riletto, dopo averlo trovato per caso sullo scaffale di un supermercato.
Tornerò a parlarne.

Questo post partecipa all’inizativa di Home Made Mamma, il Venerdì del libro: http://www.homemademamma.com/2013/05/31/venerdi-del-libro-stuart-little/

martedì 7 maggio 2013

Malattie..di ogni stagione ( = quando arriva arriva) !

Varicella.
Il verdetto è di quelli che, di lunedì mattina, ti cambiano le sorti della settimana.
Urge una riprogrammazione urgente, telefonate ai nonni per capire la loro disponibilità, al pediatra per i consigli del caso, all'asilo per informare, alla cognata per avvisare che il nano potrebbe aver contagiato la nipotina.
E poi, agenda alla mano, bisogna capire quali scadenze sono importanti, quali appuntamenti si possono rimandare e quali no, quando si potrà stare con lui e quando sarà necessario chiedere aiuto.
E forse è questa la cosa che mi pesa di più, dover dipendere dagli altri, dover sempre chiedere favori.
Non posso che ringraziare i nonni (immensa fortuna e prezioso sostegno pratico), in questo frangente come in altri simili, ma un pò mi dispiace, ecco.
E ci sono i consigli da arginar (anche dagli stessi nonni, eh) e le critiche da assorbire: deve stare al caldo, non deve uscire al sole, ma sì può andare a passeggio, il mattino presto e la sera no, di pomeriggio sì che il sole è caldo, però attenta che non sudi, dagli le goccine antistaminiche del pediatra subito che se si gratta gli rimangono i segni, non dargliele che non va bene dare troppi farmaci e la malattia si deve "sfogare fuori" e passa da sè, guarda che ha la febbre, no non ha la febbre, ora mangia ma poi non mangierà... e via di questo passo.
Eppure, il nano è allegro, felice e vuole stare fuori, in casa si annoia e non ha febbre e per ora ha appetito e ha dormito tranquillo, salvo un breve risveglio.
Quindi, c'è di peggio.
Tipo che finalmente c'è il sole e dovrei, forse, farlo stare chiuso in casa.
Tipo che bisogna lavorare e magari anche stirare.
Tipo che ieri sera si sono rotte la pirofila in vetro ed entrmabi i manici della pentola per la pasta, guarda caso le due cose che usiamo di più.
Tipo che tutta l'acqua bollente e la pasta sono finite in terra, mentre il nano girdava "pappa pappa" sbattendo forchetta e piattino (nessuno si è ustionato, però, per fortuna e per i pronti riflessi dell'Alpmarito).
Tipo che la lavastoviglie ha interrotto il lavaggio a metà e non si sa il perchè.

Tipo che la mia macchina ne ha sempre una.
Tipo che anche io non è che stia benissimo.
Tipo che vorrei avere il tempo per tante cose e invece mi scivola tra le dita come sabbia fine.
Tipo che mi è arrivato l'invito per un matrimonio e il mio nome era associato al cognome di mio marito, del mio neanche l'ombra. Ed è un retaggio maschilista del passato che non riesco a digerire e un pò, solo in pò, mi fa sentire vecchia, come i capelli grigi che si stanno moltiplicando.
E soprattutto, ho passato i trent'anni, ho un figlio e a guardarmi in faccia mi dareste dell'adolescente (e non in senso buono)...sembra abbia anche io la varicella....eppure non si fa due volte, vero, VERO??????

martedì 5 febbraio 2013

Vaccino..supporto cercasi!

Oggi porto il mio nano a fare il vaccino per morbillo-parotite-rosolia e quello antimeningococco C.
E ho paura.
Perché vedere un bimbo sano e pensare che fra poco gli inietteranno virus/batteri responsabili di malattie, fa effetto, sembra un'assurdità, un controsenso.
Eppure.
Se scegliessi di non vaccinarlo, saprei che con tutta probabilità non si ammalerebbe lo stesso perché circondato da bambini e adulti vaccinati e perché ha la fortuna di essere nato in un Paese in cui le epidemie di certe malattie sono rare e ancora di più le complicanze gravi per chi le contrae.
Ma questo perché, prima di me, altre mamme, x con le stesse paure e gli stessi dubbi, hanno preso coraggio e vaccinato il loro bambino, correndo il rischio (che c'è, non lo si può negare) di effetti collaterali, in casi per fortuna molto limitati anche gravi.
E così facendo hanno protetto anche tutti i bambini non vaccinati (perché piccolissimi, per scelta dei genitori o perché arrivati da un Paese in cui i vaccini di massa semplicemente non esistono), gli anziani, gli ammalati/soggetti a rischio e le donne incinte.
E ritengo sia un mio dovere, verso mio figlio e verso la società intera, fare lo stesso.
Ho letto di tutto e di più, su riviste, forum e siti, mi sono confrontata con altre mamme, con la mia, e con i pediatri (non uno, tre!)
E ho deciso di vaccinare il nano, perché credo a questi medici, che rispetto e che so essere persone coscienziose che svolgono il loro lavoro per passione, più che per mestiere.
Perché non so che molte notizie creano allarmismo perché divulgate in modo inesatto o distorto, che di giornalismo serio, nel nostro Paese, ce ne sarebbe un gran bisogno.
Perché quando sento di partite di vaccini controllati e ritirati a titolo precauzionale dal mercato, la mia paura non aumenta, diminuisce: credo si tratti di informazioni che provano che i controlli ci sono e funzionano e non c'è la volontà di nascondere tutto sotto la sabbia (o se c'è, fortunatamente non funziona).
Perché, più di tutte le statistiche sull'incidenza delle malattie e dei loro esiti mortali e/o gravi, più di tutte le statistiche sui loro effetti collaterali - statistiche che purtroppo mi paiono imprecise e che comunque trovo assurdo che i consultori /asl /istituzioni in generale, non forniscano ai genitori (che avrebbero il diritto di averle in mano!)- più di tutto, credo che se la mortalità infantile per cause diverse da incidenti stradali e/o annegamento (ancora tra le maggiori cause di morte) è in costante diminuzione nei Paesi in cui sono state introdotte le vaccinazioni dei massa....allora un motivo ci sarà.
Eppure.
Ho paura, certo, come non averne.
Stringo i denti e incrocio le dita perchè siamo (io e l'Alpamarito) genitori e questa è solo una delle scelte che dovremo affrontare per mio figlio nella vita e magari non sarà neppure la più difficile e comunque, finchè posso scegliere, sono fortunata, perchè l'imprevisto è sempre dietro l'angolo e bisogna conviverci (e altre mamme, in altri luoghi, questa scelta, non ce l'hanno proprio).

E speriamo che non gli venga la febbre proprio a Carnevale (anche se sarebbe il meno, ma devo pensare positivo)!

Che dite, un bon bon dopo la puntura è lecito o è cattiva educazione?
O magari due, visto che le punture saranno due?

E posso averne uno o due anche io???!!!
Alle mamme non lo danno MAI, perchè, perchè?

mercoledì 16 gennaio 2013

Son mali di stagione...

...ma non è una consolazione!

Abbiamo avuto una notte travagliata.
Il nano, da un paio di giorni raffreddato a più non posso, si svegliava di continuo per una tosse insistente e grassa, che provocava fastidiosi conati.
Alla terza corsa al suo lettino ho ceduto ed eccezionalmente (capito nano?), l'ho preso nel lettone.
Risultato?
Lui ha dormito un pò di più, io ed il marito, alle prese con calci, manine in faccia, testate, scoppi improvvisi di pianto, tosse e ciucci tra le lenzuola, praticamente nulla.
Non bastasse, il mio mal di gola latente ha deciso di manifestarsi in tutto il suo splendore proprio oggi e, dopo essermi alzata ripetutamente in una casa gelida, ho trascorso metà della notte in bagno.
Non so se ringraziare il freddo notturno o qualche virus, o magari entrambi.

Comunque .
In qualche modo sono riuscita a portare il nano al nido entro il tempo limite, scoprendo che oggi il rapporto maestre- bambini è paritario (beato il nano, che sarà sicuramente coccolato tutta la mattina dalla sua maestra preferita), andare per uffici e approdare, infine, al mio.

Come mi sento mi si legge in faccia.