Vorrei scrivere un post pieno di leggerezza, di ricordi di posti lontani, di sole che ancora brilla, nonostante l'aria autunnale, del sorriso del mio bambino.
Invece non ho avuto neanche il tempo di aggiornare i post sul Portogallo con l'inserimento delle immagini, dopo 3 settimane dal rientro.
Nè ho ancora ordinato la stampa di quelle foto che giacciono da un anno sull'hardisk, in attesa.
Nè sono riuscita a riprendere una qualche attività sportiva.
E la casa rimane un casino.
Sono tornata senza essere mai andata via, non con la testa.
Sono tornata e sono stata catturata dagli impegni, dal lavoro (ed è anche una fortuna), dalle preoccupazioni.
Per la mia famiglia, qualla d'origine, che si è, in qualche modo, spezzata,
per il nano che ha ricominciato con tosse e raffreddori e lavaggi nasali,
per l'Alpmarito, senza più un lavoro ma con tanti progetti e idee in testa
e preoccupazioni e paure (non vuole mostrarli ma so che ci sono),
per la casa che ci aspetta ma sarà un lungo viaggio,
per il futuro ed il presente,
per gli amici che non riusciamo a vedere, nonostante i nostri sforzi,
che forse dovremmo ammettere che allora non sono poi così tanto amici,
ma fa male,
e per loro, soprattutto.
Guardo il nano, anche se febbricitante, con gli occhi rossi ed il nasino che cola ma comunque sano e felice, e poi penso a lui.
Al nostro "nuovo" cuginetto, arrivato con tanto, troppo anticipo, e già segnato dalla vita, dall'incompetenza o dal senso di onnipontenza di medici e infermieri poco accorti, dalla sfortuna, dall'ingiustizia; a lui, che lotta per crescere, anche se, ormai, per sempre rimarrà senza un pezzo di sè.
Penso alla sua mamma ed il suo papà, che vivono con angoscia e speranza, ormai per lui, solo per lui, come solo dei genitori.
E penso a lei,
la mia amica, bella dentro e fuori,
e a lui,
il mio miglior amico, che la ama.
Penso a loro, alle prese con una malattia che ha colpito lei ma con lei anche lui.
Una malattia che non merita, che non meritano.
Non adesso, poi.
E penso ad altri cugini,
lontani nel grado di parentela e nello spazio
ma non nel mio cuore.
Anche loro alle prese con la malattia,
e, anche se questa volta riguarda una persona anziana, l'età non basta a rendere accettabile il dolore.
Penso a loro e mi sento fortunata.
E in colpa, anche.
Se avessi fede, pregherei per loro.
Se la salute si potesse regalare o comprare, correrei in negozio.
Se conoscessi le parole per farli stare meglio, le direi.
Se fosse medico, li curerei.
Invece.
Non posso donare salute, non conosco parole magiche, non sono un medico e non ho fede.
Telefono, ogni tanto, perchè bisogna entrare in punta dei piedi nel dolore altrui e non voglio che l'interesse si trasformi per loro in pressione, fatica, invadenza. E non so mai quanto sia gradito e quanto no.
Chiedo, e spero.
Spero che, per una volta, al mondo sia rimasta un pò di giustizia.
non puoi donare la salute, ma non devi per questo sentirti in colpa per come tu ti senti! Anche io mi sento fortunata, spesso. E a volte mi sento quasi in colpa, ma non dobbiamo!
RispondiEliminastai vicino a chi ami: l'affetto non è mai invandete o sgradito!
ti mando un abbraccio forte forte!
A volte è dura, molto. Poi magari passa, ma certe cose possono essere solo accettate così come sono ed è quanto di più difficile esista al mondo.
RispondiEliminaO cara ci sono momenti in cui il dolore e la paura ci sono cosi vicini da farci mancare il respiro ..ma poi nel bene e nel male questi momenti passano ...e poi ne verranno altri felici o altri dolorosi ... ma e' cosi ... una cosa importante l'hai detta: tu sei fortunata (la colpa lasciamola ad altri) e il rendertene conto già di per se una ricchezza. Un abbraccio a tutti quanti
RispondiEliminaIo spero con te che tutto si risolva per il meglio per tutti i tuoi cari
RispondiEliminaEcco io quando mi faccio prendere dal vortice dei brutti pensieri e delle preoccupazioni quotidiane, poi penso a chi sta male davvero, a chi affronta vigliacche malattie, a quanto sia profondamente ingiusto e innaturale che soffrano i bambini. E allora realizzo che non devo sentirmi sfigata, ma nemmeno in colpa per ciò che ho; anzi, devo vivere al meglio ogni minuto. Lo dobbiamo a chi non può farlo.
RispondiEliminaSei vicino a tutti loro lo sai, e loro lo sentono, sembra banale ma non lo e'.
RispondiEliminaNon sentirti in colpa, loro non lo vorrebbero.
Ti abbraccio e spero anch'io con te per tutti.
Mi dispiace molto... Capisco quando dici di sentirti in colpa, è uno stato d animo nel quale spesso cado pure io...
RispondiEliminaMa non sei impotente... I tuoi pensieri e il tuo affetto arriveranno ai tuoi cari, anche una semplice telefonata aiuta, fa sentire calore!
Un abbraccio a te ed una preghiera per i tuoi cari!
Quanta trristezza...mi dispiace immensamente!
RispondiEliminaMa col tuo affetto puoi star vicino a chi soffre, anche se purtroppo non hai cure miracolose.
Non perdere la speranza, comunque.
Ti abbraccio anche io, come hanno fatto le amiche prima di me e credimi se ti giuro che ti sono vicina.
mi spiace ...è triste vedere le persone a cui teniamo che stanno male, fa male scontrarsi con situazioni in cui ci sentiamo inadeguati per il dolore che sentiamo...spero è un titolo azzeccato e aggiungo: che tutto vada per il meglio!
RispondiEliminaAnche per me è notizia di domenica di un'amica di 40 anni con un bambino di 4...
RispondiEliminaNon ci sono parole.
Un abbraccio
:((((
RispondiEliminaCi sono cose così brutte e negative che fanno arrabbiare. Anche quando non conosci e non ami le vittime. Mi dispiace davvero. Un abbraccio da parte mia.
RispondiEliminaMi spiace tanto...
RispondiEliminaNon ci sono parole per certe bufere solo mi spiace...
@tutte.
RispondiEliminaNon ho parole per dire a tutte voi quanto vi senta vicine e mi sia di conforto leggere i vostri commenti e potermi sfogare un pò sul blog.
Grazie, di cuore.
La malattia è sempre disarmante, a qualsiasi età, in qualsiasi situazione.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Proprio vero.
EliminaEd il peggio e' che ha il potere di disarmare anche chi è sano ma vuole bene a chi si ammala.
Ricevo volentieri il tuo abbraccio, grazie.
Solo un abbraccio
RispondiEliminaE' sufficiente.
Eliminagrazie!
ti seguo da poco ma condivido praticamente tutto ciò che scrivi...
RispondiEliminagià pensare a loro e offrirgli la tua vicinanza è un dono prezioso!
dici di non aver fede, ma sperare è già avere fede, quindi non smettere mai di farlo, perché se non può far guarire le persone dalle malattie, dà la forza per andare avanti e reagire anche ai momenti peggiori della vita!
Spero con te!
Roby (una collega)
ti seguo da poco ma condivido praticamente tutto ciò che scrivi...
RispondiEliminagià pensare a loro e offrirgli la tua vicinanza è un dono prezioso!
dici di non aver fede, ma sperare è già avere fede, quindi non smettere mai di farlo, perché se non può far guarire le persone dalle malattie, dà la forza per andare avanti e reagire anche ai momenti peggiori della vita!
Spero con te!
Roby (una collega)
Grazie.
EliminaCercherò di regalare loro ottimismo e speranza, almeno.
E' un piacere sentirti vicina, anche se non ci conosciamo.
sai che ti dico, meno male che abbiamo questi nostri piccoli spazi virtuali in cui poter scrivere di noi, dei nostri figli, delle nostre paure, delle nostre felicità e dei nostri momenti no e avere poi tante amiche che ci leggono e che a loro modo ci sono vicine;-))
RispondiEliminaSenza, io faticherei a sopravvivere alla quotidianità, ormai.
RispondiEliminami dispiace, mi dispiace molto. da donna, da amica, da mamma. ma anche da medico. perchè purtroppo ci sono si i presuntuosi, gli incompetenti, i "pressapocchisti", ma ce ne sono anche tanti che vivono con il paziente, soffrono con il paziente, soprattutto quando si è costretti a fare delle prognosi che proprio non vorresti. perchè sarebbe proprio bello dire "sono un medico, curo. sono un medico, regalo la salute".
RispondiEliminaun abbraccio