Tempo.
Quante
volte al giorno mi sono detta o ho esclamato ad alta voce: NON HO TEMPO!
A
volte, raramente, è una scusa, come quando dovresti fare quella telefonata che
non hai propria voglia di fare e rimandi all’infinito, fino a che un colloquio
che ti fa un pò paura o ti crea imbarazzo diventa un vero incubo..
La
mancanza di tempo spesso è il sintomo di un problema organizzativo, di confusione
nella scala delle priorità.
Il
più delle volte, però, mi pare che il tempo sia davvero il grande assente della
giornata.
Tempo
per assaporare la vita.
Tempo
per giocare con il nano.
Tempo
per prendermi cura di me stessa.
Tempo
per ascoltare gli amici e i famigliari.
Tempo
per ridere, scherzare, abbracciarsi.
Tempo
per lavorare.
Tempo
per scrivere.
Tempo
per leggere.
Tempo
per riflettere.
Tempo
per dedicarmi alle mie passioni.
Tempo
per aiutare i famigliari e gli amici.
Tempo
per stare con la mia nonnina, con le mie nipoti, con le persone a me più care.
Tempo
per correre, nuotare, arrampicare.
Tempo
per approfondire, studiare le questioni giuridiche e non.
Tempo
per essere presente nei momenti importanti della vita degli altri.
Tempo
per dormire.
Tempo
per mettermi una crema idratante.
Tempo
per prenotare una vacanza.
Tempo
per incontri e conferenze.
Vorrei
tempo per tutte queste cose e per molte altre,
per oziare magari.
Vorrei
certo, ma il tempo è quello che è: 24 ore.
A
volte sembrano infinite, altre volano.
Cerco
di riempirle, di non sprecarle ma spesso alla fine il danno è maggiore del
beneficio.
Come
ieri mattina, tanto per dire.
Mentre
il nano stava giocando un momento tranquillo, già vestito e pronto sulla porta
di casa, ho “approfittato” della ricerca del suo doudou e del ciuccio per
andare a caricare e far partire la lavatrice.
Risultato?
Neppure cinque minuti ed il nano aveva aperto la stufa - spenta, anche se in
questi giorni starebbe bene accesa!- preso la paletta metallica, tirato
palettate di cenere su tutto il tappeto antico, per poi finire con lo sedersi proprio
in mezzo, allegro e concentrato come non mai.
Non
ci credete? Giuro, neppure cinque minuti.
Alla
fine, di minuti ne ho impiegati venti per passare l’aspirapolvere, pulirla,
cambiare il nano, cambiare me stessa (ero vestita di nero, ovviamente) e
sgridare il monello.
Bilancio:
15 minuti di tempo “perso”.
Da
sempre, nelle orecchie, mi risuona la voce della mia nonnina che mi dice: “Chi aspetta tempo non perda tempo” e,
soprattutto, “non rimandare a domani
quello che puoi fare oggi”.
E’
sempre stato il suo motto, lo stile di vita della mia incredibile nonnina
formato mignon ma con la velocità e l’efficienza di un fulmine.
Un
pò è anche la mia aspirazione.
Il
motto dell’Alpmarito, invece è: “Vite fais, bien fais” - “Fatto veloce, fatto
bene”.
Due
stili diversi, eh?
La
verità, però, è che quando avevo tempo, non me ne accorgevo e quindi non lo
sfruttavo abbastanza, non lo assaporavo abbastanza.
Andavo
al liceo e mi sembrava che i pomeriggi non bastassero per tutto ciò che volevo
fare: studio, musica, scherma e amici.
Sono
andata all’Università e mi sembrava che ci fossero troppe poche ore per
lezioni, studio, Alpmarito, musica, amici, nuoto, arrampicata, musei e libri.
Ho
iniziato a lavorare e convivere e mi sono accorta di dover incastrare anche la
cura della casa, la spesa, le visite ai famigliari, in mezzo a 9/10 ore di
lavoro, più pausa pranzo dedicata allo sport e serate in palestra o con gli
amici.
Pensavo
di non aver più tempo libero.
Poi
è arrivato il nano e ho capito che di tempo “libero” prima, ne avevo davvero
tanto.
Che
poi non ho mai capito cosa sia questo fantomatico “tempo libero”.
I
primi giorni e mesi con il nano, il tempo mi sembrava non passare mai, dormiva
sempre troppo poco, piangeva sempre troppo, 24 ore erano eterne e sempre
uguali, eppure non riuscivo a fare nulla!
E
ora sono mamma e lavoratrice: il tempo è diventato come un mostro da
combattere, da sconfiggere, per strappare alle sue grinfie azioni, fatti,
persone.
Ed è
triste.
E
penso che non so quanto altro tempo avrò ancora e non posso, non posso,
perdermi dietro inutili convenzioni, riti, parole o incontri, che per me non
significano nulla, che non mi arricchiscono di nulla.
A
volte rinuncio a riti e convenzioni, altre volte no, quando capisco che per gli
altri sono veramente importanti o la forza della massa è più forte della mia
volontà.
Spesso,
durante la settimana mi sembra di vivere in apnea, in attesa di mettere la
testa fuori dall’acqua il sabato e prendere fiato, salvo poi arrivare la
domenica sera è pensare che non ho preso fiato, anzi, sono ancora in apnea
aspettando il lunedì.
Ogni
tanto, poi, mi fermo e capisco che il tempo è come scegliamo di viverlo, non
un’entità a se stante e fuori dal nostro controllo.
E’
come un raggio di sole in una giornata novembrina di maggio, che scompare subito,
veloce come è apparso.
Eppure
per ciò che mi rende davvero felice il tempo lo trovo ancora, anche se meno di
prima.
Per
il nano è tutto diverso e guardarlo è come bere un sorso di limonata fresca
l’ultima sera di vacanza, quando hai già nostalgia dell’estate.
Per
lui, il tempo non esiste.
Esistono
bisogni, necessità: mangiare, dormire.
Esiste
la voglia di correre, giocare, stare con la mamma, il papà, i nonni, gli amici
dell’asilo.
Senza
limiti, senza costrizioni, senza schemi orari prefissati.
A
lui non interessa se è mattina, sera o pomeriggio, a lui interessa poter fare
ciò che ha voglia di fare.
Corre
quando vuole correre, cammina e si ferma a riflettere o osservare un sassolino,
i fiori, i passanti, le auto, come e quando vuole.
Ritardi,
obblighi, orari di ingresso e uscita, chiusure/aperture, giorno o notte,
convenzioni, abitudini: non credo abbia ancora capito.
Ed
io mi sento in colpa quando lo incalzo: “Su,
veloce, vestiti, che siamo in ritardo!”; “No, dai, andiamo, ora non c’è tempo”; “uffi, è tardi”, “devi.vestirti/mangiare/metere
in ordine i giochi...” e via così.
Purtroppo,
il nostro mondo quotidiano non viaggia al ritmo dei bambini e forse, aver
accellerato il tempo fino a non lasciarci più neanche la possibilità di
scrivere per intero le parole nei messaggini e nelle mail, è il più grande
sbaglio dell’era moderna.
Risparmiare
tempo, accumulare tempo, far render il tempo.....son tutte false illusioni e i
bambini sembrano saperlo dalla nascita.
Se
trovate il modo per vivere bene al LORO ritmo senza andare su Marte o su un’isola
deserta, vi prego, rendetemi partecipi del vostro segreto perchè io sono ancora
alla ricerca di una soluzione o, almeno, di un quilibrio.
Vorrei
poter tornare indietro, ai tempi dell’Università e del liceo ma probabilmente,
anzi di sicuro, non cambierebbe nulla.
Questo
post partecipa al blogstorming di genitori crescono: http://genitoricrescono.com/tema-mese-tempo/
Tema
del mese? Credo lo abbiate già intuito!