E poi avevo voglia di una storia d'amore leggera.
Le mie aspettative erano quindi elevate, seppur commisurate al genere di romanzo.
Ebbene.
Mi ha lasciato senza parole. Non perché mi abbia deluso, non perché mi abbia particolarmente colpito, in positivo o in negativo, ma perché narrante una storia senza dubbio originale.
Un professore di genetica,con evidenti problemi relazionali ma certamente geniale, programma a tavolino la ricerca di una moglie, perché "e' giunta l'ora", imbattendosi, però, in una sopresa: una barista/studentessa che non ha nessuno dei requisiti (ma lui questo non lo sa) e che gli farà comprendere, a poco a poco, che l'amore e', appunto un meraviglioso difetto. Lieto fine assicurato.
All'inizio il protagonista ed il suo modo di raccontare la propria vita (il romanzo e' in prima persona) mi hanno irritato (perché il romanticismo e ' tutta un'altra cosa e le donne sono considerate come oggetti tra cui scegliere, con scientifica freddezza) ma mi hanno anche sorpresa. Così ho proseguito.
L'irritazione non se ne è andata ma la storia mi ha preso e ho finito per leggerla con piacere e apprezzando il punto di vista insolito della narrazione.
Mi è piaciuto molto anche l'approccio ai problemi comportamentali che emerge dal libro, l'idea che diverso non significhi "malato o sbagliato" ma spesso geniale e che a volte, cambiando punto di vista, cambia anche la percezione della "fortuna/sfortuna", perché un apparente deficit può dimostrarsi una risorsa, se valorizzato.
E poi la valorizzazione di una capacità spesso sottovalutata o data per scontata ed invece essenziale per una umanità che sia veramente tale: l'empatia.
Insomma, consigliato e da leggere, anche come "libro per l'estate", seppur non eccezionale ed imperdibile come le classifiche di vendita mi avevano fatto immaginare.
Con questo post partecipo, come ogni venerdì, all'iniziativa dedicata ai libri di Home Made Mamma ( Venerdi' del libro: Quattro etti d'amore, grazie )
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