venerdì 25 luglio 2014

Quando la giustizia diventa un racconto

Sono giornate impegnative, lavorativamente parlando e non solo.
Sto leggendo un po' meno, perché mi sono imbarcata nel grato ma lungo compito di ricamare il "corredo" per la materna del nano, anche se come al solito in gran ritardo.
Tuttavia non voglio e non posso saltare l'appuntamento del Venerdì del Libro, per me diventato una bellissima e utile abitudine.
E allora eccomi qui, con un consiglio veloce.
" La panne. Una storia ancora possibile" di Friedrich Durrenmatt, Einaudi, 63 pagine

"Ci sono ancora delle storie possibili, storie per scrittori? Se uno non intende raccontare di se', ne' romanticamente, liricamente, generalizzare il proprio io, se non si sente affatto obbligato a parlare con assoluta veridicità delle proprie speranze e delle proprie sconfitte, o del proprio modo di fare all'amore, come se la veridicità ne facesse un caso universale e non piuttosto un caso clinico, psicologico, se uno non intende farlo, e vuole invece tirarsi da parte con discrezione, difendere garbatamente le proprie faccende private, ponendosi di fronte al proprio tema come uno scultore di fronte alla materia prescelta, lavorandoci e sviluppandosi attraverso di essa...allora scrivere diventa un mestiere più difficile, più solitario e anche più insensato."
Se si è uno scrittore dello spessore di Durrenmatt, di storie possibili ce ne sono sempre.
Io, che non amo i racconti ed i romanzi brevi, di fronte a questo autore non so resistere.
Dopo "La morte della Pizia", che per me e' stata una folgorazione, anche questo racconto mi convince.
Un agente commerciale in viaggio si trova con l'auto in panne in un paesino. Potrebbe cercare un mezzo di trasporto alternativo e tornare a casa, da moglie e figli. Invece sceglie di passare fuori la notte e trova ospitalità da un vecchietto.Peccato che costui abbia alcuni coetanei ospiti per cena.
L'agente si prepara ad una serata tra anziani noiosa e soporifera e invece si trova coinvolto in un gioco oratorio, un finto processo alla ricerca della giustizia.
Che però, forse, non trionfa sempre.
Un racconto che sradica certezze, un gioco processuale e morale, abilità oratoria e riflessioni, tutto condensato in sessanta pagine dal finale, per me, assolutamente inaspettato.
Se ne avete la possibilità, leggetelo e, intanto, preparatevi.
Il prossimo venerdì spero di potervi parlare di un libro che mi sta colpendo come un pugno nello stomaco ma anche appassionando fino alle lacrime, "Il bambino della Casa numero 10".
Poi, finalmente, spero che riuscirò a leggere il libro delle "Mamme nel deserto"!


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