giovedì 16 maggio 2013

Violenza gratuita, anche se su piccola scala

Ieri all'asilo, il nano è stato oggetto di aggressione immotivata da parte di un altro bimbo, che lo ha graffiato sul naso e sulla guancia (un graffio profondo, che gli ha aperto una brutta ferita neanche tanto piccola sullo zigomo), con relativo ematoma.
Nnn gli rimarranno i segni della varicella, ma rischia di portarsi dietro quelli che gli ha fatto  questo compagno.
Di nuovo.
E di nuovo le maestre non hanno voluto dirmi il nome del bambino, anche se il nano un nome lo ha fatto ed era convinto, ma non so quanto sia attendibile.
Sospetto che sia lo stesso bimbo che già due volte lo ha morso e un'altra volta graffiato proprio vicino agli occhietti.
Così arriviamo a quota quattro e io inizio ad essere stufa.
Cosa devo insegnare a mio figlio? A reagire, a spintonare? A subire e basta?
Non lo so. Non vorrei insegnarli la violenza neppure come difesa e reazione, però è troppo piccolo per discorsi e ragionamenti e poi la vita mi ha insegnato che con bimbi che agiscono così, non serve.
Serve mostrarsi sicuri e più forti, ma il nano è ancora così piccolo e indifeso.
Sono un pò arrabbiata con le maestre, con il nido e con la società, anche.
Perchè un solo bambino deve scatenare la paura negli altri, perchè trenta devono subire per non emarginare uno?
Ecco, visto che non è la prima volta e si è già comportato così con altri bimbi, mi piacerebbe che le maestre dessero un ultimatum ai genitori: o la smette o è fuori.
Non è una scuola dell'obbligo, è un nido.
E forse è brutto per questo bambino, che evidentemente qualche problema lo ha, visto che non fa male mentre sta giocando o per sbaglio ma improvvisamente e "volontariamente" (anche se certo non per cattiveria, non dico questo, ha solo poco più di due anni).
Però mi so un pò stufata del "buonismo", del "bisogna capire" una situazione difficile, un carattere difficile ecc.
Ho sentito questi discorsi per troppo tempo prima, da studente, ora non voglio sentirli da mamma.
Avrei voluto parlarne direttamente con i genitori del bambino, ma non mi è concesso e, comunque, se è chi dici il nano, dubito che parlare con loro servirebbero. Ho visto come si comportano.
Mi sento arrabbiata ed impotente.
Voi, cosa fareste?

mercoledì 15 maggio 2013

Sabato

Sabato.







Il fatto che mi trovi a scrivere di sabato il mercoledì successivo, la dice lunga su come sono messa questa settimana, tra rientri all'asilo, visita dal pediatra, impegni lavorativi urgenti, ricerca casa e famiglia.
Tuttavia, non potevo non parlarne.
Perchè sabato pomeriggio c'è stata la prima "gara sociale" della palestra di arrampicata che frequentiamo da  anni io e l'Alpmarito. Una gara di buolder, che in realtà io non amo molto, ma non importa.
Valeva la pena esserci.
Per stare insieme.
Per praticare sport insieme.
Per mangiare costine, insieme.
Per ridere, chiaccherare, confrontarsi, condividere una passione.
Perchè la palestra è diventata un bel luogo di aggregazionem anche per bambini e ragazzi, ed è bellissimo.
Perchè lo sport è uno stile di vita, soprattutto quando si tratta dell'arrampiacata.
Perchè fare sport significa vivere (un pò più) sano.
E  c'erano famiglie, bimbi anche piccoli, come il nano, che si è divertito come un matto fuori, a giocare con il triciclo e la palla, mentre altri bimbi giravano in bicicletta o si lavano i piedi!
C'erano  mamme orgogliose dei figli in gara, padri e madri che arrampicavano tra un giro in altalena e una discesa in scivolo, come noi, c'erano single, ragazzine e ragazzini, uomini e donne, tutti insieme.
E c'era il sole.
E non è poco.
E sono pure arrivata in finale, anche se poi non mi sono quasi alzata da terra.
E va bè, l'altra mamma in finale (arrivata poi prima) aveva una bimba di più di tre anni, quindi io ancora ho tempo per recuperare gradi (= difficoltà di salita) e forma fisica,  vero? VERO?



venerdì 10 maggio 2013

Libro-terapia: "Non buttiamoci giù"



Nick Hornby
Non buttiamoci giù


Vorrei saper scrivere una recensione che sia insieme sintetica ed incisiva, che sappia trasmettere tutta la bellezza di questo libro ed il mio entusiasmo per la sua scoperta.
Vorrei essere capace di spingervi a uscire di casa, recarvi nella prima libreria che incontrerete sul vostro cammino e comprarlo, per poi tornare a casa, sedervi su un divano con una tazza di thè o caffè e leggerlo d’un fiato.
Vorrei, ma non trovo le parole.
Qusto romanzo mi ha lasciato letteralmente senza parole, ieri sera, quando l’ho finito (dopo tre sere di seguito in cui faticavo a staccarmi), esattamente come nel 2005, la prima volta che l’ho letto.
Perchè? Perchè è un concentrato di saggezza e divertimento, umorismo, ironia e tragicità.
Perchè è scritto a quattro voci, quelle dei quattro protagonisti, spesso in forma volutamente sgrammatica e con tante espressioni di dubbia finezza (tradotto: è piano di parolacce) ma è vero e sincero, frasco e rivelatore.
Sembra di esserci davvero, al bar con quei quattro.
E’ la storia di quattro aspiranti suicidi, che nulla hanno in comune se non l’aver avuto l’idea di suicidarci, tutti e quanti contemporaneamente e nello stesso modo.
Non temete: non vi deprimerete, semmai il contrario.
Perchè non c’è nulla di scontato nei dialoghi e nelle riflessioni dei protagonisti, nulla di scontato nella trama della storia.
Perchè immedesimarsi nella altrui infelicità, spesso è la migliore delle terapie.
Secondo me, è il libro perfetto per quei giorni, quei momenti, in cui l’umore è a terra o non riuscite a dormire per le preoccupazioni (non pensate, però, che vi aiuti a prendere sonno!).


“Fino ad allora, buttarsi era sempre stata una scelta teorica, una via di fuga, il gruzzoletto in banca nel caso di vacche magre. E poi all’imporovviso, il gruzzolo è sparito...o meglio, non l’avevamo mai avuto.” (pag. 211).

“E’ forse per la prima volta negli ultimi mesi ho ammesso giustamente una cosa, una cosa che sapevo che era nascosta proprio giù, nei miei visceri, o in un angolo del cervello....insomma, dentro a un posto dove potevo ignorarla. Quello che ho ammesso era: non avevo voglia di suicidarmi perchè odiavo la vita, ma perchè l’amavo. E il nocciolo della questione, per me, è che questo è il sentimento di un sacco di gente che pensa di uccidersi: credo che anche Maureen e Jess e Martin si sentano così. Loro amano la vita, ma gli è andato tutto a culo completo, ed è per quello che li ho incontrati, ed è per quello che non ci siamo ancora divisi. Siamo andati sul tetto perchè non trovavamo anocra la via per tornarci, nella vita, e  ritrovarsi tagliati furoi così...bè, cazzo, capo, è roba che ti distrugge. Quindi non è tanto un gesto di nichilismo, quanto di disperazione. E’ eutanasia, non omicio.” (pag. 264/265).

mercoledì 8 maggio 2013

18 mesi fa, una vita fa



18 mesi fa, mio piccolo dolce nanetto, a quest’ora eravamo già in tre e la mia, la nostra vita, era già radicalmente cambiata, anche se ancora non credo io avessi capito quanto.
Tutto quello che mi avevano raccontato non mi aveva preparato a quello che è accaduto e che sta ancora accadendo.
E non parlo del parto, di quella esperienza estrama, insieme fisica ed emotiva, che vale una vita intera ma in fondo dura poche ore.
Io parlo del diventare mamma, genitore.

Prima mi preoccupavo per la mia famiglia, per il mio fratellino piccolo, per la mia nonnina, per l’Apmarito (lui sì, ha già cercato di farmi morire di infarto!), ma non sempre.
Ora invece una parte di me è sempre in allarme.

Prima io e l’Alpmarito decidevamo, da un giorno all’altro, da un’ora all’altra, cosa fare e dove andare.
Ora lo facciamo lo stesso. Però poi arriviamo in ritardo o rinunciamo all’ultimo.

Prima per spostarci ci bastavano uno zaino o un bagaglio a mano, ora su uno zaino ci sei tu, un altro serve per le tue cose, l’ultimo per far fronte agli imprevisti.
Prima il nostro tempo libero ed i nostri fine settimana erano dedicati all’arrampicata, all’alpinismo, alle escursioni, alla bicicletta, agli amici, a noi due.
Ora sono dedicati alle incombenze domestiche (aumentate) e a te.
Prima ogni tanto vedevamo un film intero.
Ora vediamo le sigle (leggiamo ancora, però).
 Non abbiamo smesso di coltivare le nostre passioni, tranne la bicicletta, che giace in garage, ma il tempo che dedichiamo loro è marginale, rubato e risicato. 
Se fossero piante, direi che prima le concimavamo ed innaffiavamo regolarmente, ora riusciamo a stento a dargli l’acqua sufficiente a non farle appassire.
Prima ogni tanto si poteva dormire un pò di più.
Ora abbiamo un orologio svizzero nel lettino della stanza accanto.
Prima avevo un armadio quattro stagioni e una cassettiera solo per i miei vestiti.
Ora ho un terzo di quello stesso armadio e metà di quella cassettiera.
E non basta. Non basta per te, mica per me.
Prima mangiavamo la prima cosa che trovavamo in frigo.
Ora accade più raramente e ci sforziamo di offrirti varietà e cibi “sani”.

Eppure.
Prima ero felice ma mi mancava qualche cosa.
Ora sono felice e non mi manca nulla.
E oggi, che non è il tuo compleanno, nè primo, nè secondo o altro.
Oggi, in cui non cade nessuna ricorrenza o festa “ufficiale”, ho comunque voglia di festeggiare.
Anche se hai la varicella, anche se mi hai rivoluzionato la settimana, anche se non potrò andare alla gara di boulder sabato, anche se sono indietro con il lavoro.
Perchè hai 18 mesi e non so quello che ci aspetta domani, non so quali difficoltà e sorprese ci riserverai, ma so che siamo usciti dal tunnel dell’allattamento al seno, delle aggiunte, del pentolone perennemente sul fuoco per bollire biberon rigorosamente di vetro, tettarelle rigorosamente in silicone  e ciucci, pure quelli in silicone.
So che è finito il tempo dello svezzamento, dei brodini insipidi (che infatti non mangiavi), delle creme di cereali, degli alimenti “proibiti”, della cacca liquida (salvo ricadute per malattia), delle coliche, degli spuntini notturni, dei pianti per non so bene cosa.
Ci siamo lasciati alle spalle la maggior parte dei vaccini, il tempo senza asilo nido, l’inserimento (che a dire il vero con te è stata una passeggiata), il non saper camminare, il rischio sindorme della morte in culla (o almeno, il rischio si è di molto ridotto).
La fatica e la stanchezza ci sono ancora, i disastri che combini sono persino aumentati, i pericoli in cui poteresti incorrere pure.
Ora, però, c’è l’asilo nido al mattino, ci sono i giochi al parco ed in giardino, il triciclo, il trattorino, la macchinina, le torri da costruire, le tue paroline, le facce buffe, i sorrisi, le risate, il solletico e le nostre “torture cinesi”, i tuoi riccioli biondi, il tuo mangiare di tutto e con gusto (e buttare tutto per terra con altrettanto gusto).
Ci sono corse, saltelli, gelati, sorrisi alla macchina fotografica, libri da sfogliare e leggere insieme, i bagnetti e i giochi in piscina.
C’è il tuo corrermi incontro gridando felice “Mamma !”.
E forse, dico forse, è anche arrivata questa benedetta primavera (seppur con le allergie, ahimè!)
C’è che inizio a vedere con maggiore lucidità e distacco i primi giorni, i primi mesi con te e capire che il mio sentirmi stanca e inadeguata, era normale.
C’è che vorrei dire a tutte le neomamme che poi i primi mesi passano e si finisce per rimpiangerli, un pò (solo un pò, eh), che è tutto un cambiamento e una scoperta e forse aumentano le responsabilità e i pericoli ma di sicuro aumenta anche il divertimento, la gioia, la soddisfazione di vederlo crescere e l’orgoglio di essere la sua mamma.

Cresce l’amore, anche se non sembra possibile.
E non vedo l’ora di scoprirlo, il futuro, quale che sia.
Perchè 18 mesi tu fa non c’eri.
Ora sì, mio piccolo nanetto biondo.


martedì 7 maggio 2013

La difficile scelta del seggiolino per auto

Ogni anno 5000 bambini in Europa perdono la vita a causa di incidenti d’auto ma solo 4 bambini su 10 viaggiano regolarmente con il seggiolino, con minore frequenza d’uso nei tragitti urbani e sulle strade extraurbane, in cui però si concentrano la maggior parte degli incidenti (circa il 40 % degli incidenti mortali che coinvolgono i bambini piccoli si verifica in percorsi inferiori a 3 km).
Chi di noi non ha mai sentito dire a nonni (che non usavano, ai loro tempi, i seggiolini) o ad altre mamme: “ma vado solo lì davanti”? “E’ un tragitto brevissimo”?
Eppure i bambini (da 0 a 14 anni) feriti in incidenti in Italia sono circa 11.000 all'anno, di cui circa 130-150 decessi (dati ISTAT)
Basti pensare che in un impatto a 56 km/h, un bambino che pesa 15 kg sprigiona una forza d’urto di 225 kg: impossibile da trattenere a braccia, anche per supergenitori!
L’uso corretto dei seggiolini e degli altri dispositivi di sicurezza, invece, riduce il rischio di lesioni gravi o mortali del 90 %.
Quindi, uno degli acquisti più importanti che devono fare i genitori è quello del seggiolino auto......



Malattie..di ogni stagione ( = quando arriva arriva) !

Varicella.
Il verdetto è di quelli che, di lunedì mattina, ti cambiano le sorti della settimana.
Urge una riprogrammazione urgente, telefonate ai nonni per capire la loro disponibilità, al pediatra per i consigli del caso, all'asilo per informare, alla cognata per avvisare che il nano potrebbe aver contagiato la nipotina.
E poi, agenda alla mano, bisogna capire quali scadenze sono importanti, quali appuntamenti si possono rimandare e quali no, quando si potrà stare con lui e quando sarà necessario chiedere aiuto.
E forse è questa la cosa che mi pesa di più, dover dipendere dagli altri, dover sempre chiedere favori.
Non posso che ringraziare i nonni (immensa fortuna e prezioso sostegno pratico), in questo frangente come in altri simili, ma un pò mi dispiace, ecco.
E ci sono i consigli da arginar (anche dagli stessi nonni, eh) e le critiche da assorbire: deve stare al caldo, non deve uscire al sole, ma sì può andare a passeggio, il mattino presto e la sera no, di pomeriggio sì che il sole è caldo, però attenta che non sudi, dagli le goccine antistaminiche del pediatra subito che se si gratta gli rimangono i segni, non dargliele che non va bene dare troppi farmaci e la malattia si deve "sfogare fuori" e passa da sè, guarda che ha la febbre, no non ha la febbre, ora mangia ma poi non mangierà... e via di questo passo.
Eppure, il nano è allegro, felice e vuole stare fuori, in casa si annoia e non ha febbre e per ora ha appetito e ha dormito tranquillo, salvo un breve risveglio.
Quindi, c'è di peggio.
Tipo che finalmente c'è il sole e dovrei, forse, farlo stare chiuso in casa.
Tipo che bisogna lavorare e magari anche stirare.
Tipo che ieri sera si sono rotte la pirofila in vetro ed entrmabi i manici della pentola per la pasta, guarda caso le due cose che usiamo di più.
Tipo che tutta l'acqua bollente e la pasta sono finite in terra, mentre il nano girdava "pappa pappa" sbattendo forchetta e piattino (nessuno si è ustionato, però, per fortuna e per i pronti riflessi dell'Alpmarito).
Tipo che la lavastoviglie ha interrotto il lavaggio a metà e non si sa il perchè.

Tipo che la mia macchina ne ha sempre una.
Tipo che anche io non è che stia benissimo.
Tipo che vorrei avere il tempo per tante cose e invece mi scivola tra le dita come sabbia fine.
Tipo che mi è arrivato l'invito per un matrimonio e il mio nome era associato al cognome di mio marito, del mio neanche l'ombra. Ed è un retaggio maschilista del passato che non riesco a digerire e un pò, solo in pò, mi fa sentire vecchia, come i capelli grigi che si stanno moltiplicando.
E soprattutto, ho passato i trent'anni, ho un figlio e a guardarmi in faccia mi dareste dell'adolescente (e non in senso buono)...sembra abbia anche io la varicella....eppure non si fa due volte, vero, VERO??????

martedì 30 aprile 2013

In giro per l'Italia....

L'Italia è bella, bellissima, ricca di fascino, arte, cultura e buona cucina.
Ne ho avuta l'ennesima conferma in questo ultimo weekend, di grande traffico, tanta pioggia, infinite code autostradali e disperate ricerche di parcheggio ma anche, e soprattutto, di meraviglie...lontane da casa, però a pensarci, neanche troppo.
Forse, possiamo ripartire da qui, dal nostro BEL PAESE, che tanti altri Stati ci invidiano e noi spesso snobbiamo. 
Davvero, vista la situazione politica, temo che ci sia rimasto poco altro, ma non è poco!


Mantova, cortile del Castello San Giorgio, dietro a Piazza Sordello. Foto Mamma Avvocato. E' vietata qualunque forma di riproduzione non autorizzata.

Castello di San Giorgio, Mantova. Foto Mamma Avvocato. E' vietata qualsiasi forma di riproduzione non autorizzata.
Cortile del Castello di San Giorgio, Mantova. Foto Mamma Avvocato. E' vietata qualunque forma di riproduzione non autorizzata.  


Paesino tra Mantova e Sabbioneta

Mantova, Piazza Erbe

Cremona

Ad esempio, è rimasta la voglia di ristrutturare un casale contandino, lavorare e inventarsi un'occupazione, come l'argiturismo in cui abbiamo avuto il piacere di soggiornare.


 
Nonostante
questo bel letto romantico invitasse al sonno, non possiamo dire di aver riposato molto..ma per fortuna neanche troppo poco!


 Il nano si è divertito a spingere il passeggino in ogni dove, nonostante il tipo di pavimentazione rendesse il suo compito molto faticoso...con il sole e con la pioggia...ovvio....è un ometto ostinato!




E poi, ovviamente, non abbiamo disdegnato la buona cucina....ottima pizza con prosciutto di parma e parmiggiano reggiano, ottimi tortelli di zucca e amaretti e maccheroni fatti in casa, per non tacer dei bocconcini di guanciale di maiale e della pasta al tonno....se no, che vacanza sarebbe stata??!!!

 E per finire, non è mancata neppure un pò di fauna locale!
All'esterno della mura di Sabbioneta
Ovunque abbiamo trovato locali attrezzati con fasciatoio, seggiolone e spesso giochi esterni per i bimbi.
Peraltro, Mantova è ricca di parchi e aree verdi (Parco P.zza Virgiliana, Parco di Palazzo Te, Lungo Mincio, retro di Castelo San Giorgio), nonchè di ciclabili. Purtroppo, di queste ultime non abbiamo usufruito causa acquazzoni dopo e troppo caldo prima (eh sì, siamo esigenti, lo so!).
Avremmo voluto visitare anche Palazzo Ducale e Palazzo Te ma c'era coda per entrare e, soprattutto, sarebbe stato chiedere troppo al nano, che aveva voglia di correre e giocare all'aria aperta, come è giusto.
Al prossimo giro......cambiare aria..ci voleva proprio!




Conosciamoci anche noi!

Partecipo anche io all'iniziativa di Spicchi del gusto, che non conoscevo e ora sì proprio grazie a questa idea vista su altri blog .
Le istruzioni le trovate qui:   http://spicchidelgusto.blogspot.it/2013/04/conosciamoci-su-spicchi-del-gusto.html
Ora vado a leggere un paio di blog nella sua lista...in attesa di piacevoli sorprese!!!

lunedì 29 aprile 2013

Veloce pausa...premio

Da http://persempremamma.blogspot.it un premio dolcissimo...e bellissimo: ho già l'acquolina in bocca!!!
Grazie!
Ora compio il mio dovere.
1. Biscotti o torta? Biscotti, le torte spesso sono troppo dolci, però non disdegno millefoglie e meringata!
2. Cioccolato o vaniglia? Cioccolato, al latte o anche bianco...stradolce da nauseare, mi piace così!
3. Qual è il tuo spuntino dolce preferito? Creme caramel e, in estate, ghiacciolo all'anice.
4. Quando hai maggior voglia di cose dolci? Umm, quando non ne ho voglia????
5. Se avessi un soprannome quale sarebbe? Ne ho più d'uno ma non ve li dico perchè poi mi prendereste in giro...chiaccherona però, mi starebbe bene.

E ora le nomination, la parte più difficile perchè ciascun blog che leggo mi pare meriti un premio, anche solo per la costanza e la voglia di condividere..
Comunque, questa volta ecco qui:
http://caralilli.blogspot.it
/http://lemiepatatelesse.blogspot.it/
http://treditutto.blogspot.it
la prima che seguo già da un pò con piacere, le altre due recenti scoperte!

Ecco, la pausa è finita, torno al lavoro CHE E' MEGLIO!!!


mercoledì 24 aprile 2013

Istinto di protezione

Ieri.
Visita ad un luogo tranquillo, in mezo alla campagna, per portare una piantina di violette, quelle che gli piacciono tanto, ad una persona che non c'è più e che mi manca tanto, anche dopo 15 anni, che per me non sono mai passati, tanto che ne parlo sempre al presente.
Non riesco a scrivere di Lui, però, neanche adesso.
Poi visita cardiologica di controllo del nano.
Niente da fare.
Il nano ha pianto disperato, strappandosi i rilevatori di dosso, gridando al solo contatto con lo stetoscopio, tossiva, quasi vomitava tanto piangeva, rosso in faccia, straziato, con il corpicino nudo squassato dai singhiozzi e le braccine tese verso di me, "batta batta batta" "mamma mamma mamma".
Per quel che ha potuto sentire e vedere (decisamente poco) in due minuti - due -di tracciato, disturbato da movimenti convulsi e pianti, tutto bene e comunque il nano cresce e non da segni di peggioramento del problema, anzi (un piccolo soffio la cuore).
Ci rivedremo, se non ci saranno segnali di allarme, verso i quattro anni, quando sarà possibile indurlo a stare fermo e pazientare.

Intanto, però, abbiamo sofferto: io, la nonna (suo malgrado partecipe su richiesta - urlata - del nano), il nano soprattutto.
E non ho potuto fare a meno di pensare a quei bambini davvero malati, che devono sottoporsi a procedure ben più invasive, a quei genitori che devono trovare la forza ed il coraggio di stare loro accanto, ai bambini vittime di violenza...
Come si fa a fare del male ad una creaturina che grida "batta batta", chiama la mamma e piange così?
E come si fa quando bisogna curarli ed è per il loro bene?
Purtroppo, la giustizia, in cui tanto ancora credo, a volte semplicemente non esiste, nè in questo mondo, nè in un altro, che non penso esista neppure, perchè se no i bambini non dovrebbero soffrire, mai.

Piccolo nano mio, come vorrei proteggerti da tutto e tutti, sempre.
Come vorrei fosse possibile!