martedì 6 ottobre 2015

Il trauma della sveglia

Io odio svegliarmi al mattino.

I risvegli non sono mai stati il mio forte.

Ho sempre patito molto la mancanza di sonno. Per me otto ore non sono abbastanza, e' il minimo per lavorare, vivere, studiare. Con 7 inizio a barcollare e perdo lucidità, con 9 ore di sonno, sono al top e me ne accorgo.

Quando sono stanca divento nervosa, cattivella, intrattabile. Lo sa bene l'Alpmarito.

La mattina, per quanto poi riesca il più delle volte ad alzarmi di scatto al suono della sveglia ed essere operativa, alzarmi e' un enorme sforzo di volontà e per svegliarmi davvero, salvo rari casi, mi serve un caffè, dei biscotti e un paio d'ore. Sì, proprio un paio d'ore.

C'è poco da fare, sono fatta così.

Prima della colazione sono particolarmente incarognita con il mondo e scorbutica. Lo sa bene l'Alpmarito ma anche mia madre, che mi ha svegliato o ha assistito ai miei risvegli per anni, e gli amici, che hanno visto quanto la fame e la stanchezza possano rendermi combattiva.

Quando facevo le stagioni estive al rifugio, c'erano giorni in cui dovevo alzarmi alle 4.30/5.00 per servire le colazioni. Lo facevo e lavoravo ma entrambi i gestori si erano accorti di quanto poco fossi mentalmente presente e di quanto trovassi lungo.

La sera posso essere stanca ed assonnata ma non raggiungo mai i livelli del mattino.

Ed il brutto è che patisco anche se la sveglia non c'è, se mi sveglio naturalmente perché ho dormito abbastanza. Rimarrei comunque a letto, ancora e ancora. Ed è così anche in vacanza. Come se non avessi la forza di affrontare una nuova giornata.

Tutto il contrario di mio marito. Il fan del vivere con i ritmi del sole, sveglia con le galline, a letto appena fa buio.

Non è che non ami le prime ore del mattino o non ritenga sprecato dormire fino a tardi. Infatti non è che si vada spesso oltre le 8.00 anche nei giorni di festa o nei fine settimana. È proprio che è un limite mio.

Il ricciolino biondo, per sua sfortuna, mi somiglia.

E allora?

E allora io lo vedo, quanta fatica fa a svegliarsi. Percepisco il suo dolore, lo sforzo per quel piccolo trauma che è uscire dal letto, soprattutto d'inverno o nelle mezze stagioni, quando bisogna abbandonare il tepore delle coperte per il gelo della stanza, la difficoltà di aprire gli occhi alla luce, magari per scoprire che il cielo e pure grigio e piove. Lo capisco.

Così la mattina mi alzo con mezz'ora di anticipo rispetto al nano ed al marito, quando c'è,, cerco di praticare un po' di yoga, di bere la mia acqua e di prepararmi il caffè in pace, con calma, prima di aggiungere al mio dramma personale anche quello di mio figlio.

E ogni scusa è buona per rimandare il momento di svegliarlo.

Lo guardo abbandonato nel letto, spesso girato di lato con una manina sotto la guanciotta, le labbra rilassate, i sospiri ed i respiri profondi.

Così piccolo, dolce, indifeso, bisognoso di sogni.

 

 

E mi prende una morsa allo stomaco al pensiero di dovergli infliggere una simile tortura, anche se a suon di baci e carezze.

E spesso non ho la forza di dire no ai cartoni, ai vestiti che si è scelto, ai capricci mattutini. Di lottare con lui quando sto già lottando contro me stessa.

E poi urlo, minaccio e mi dispero perché siamo in ritardo sulla tabella di marcia, mi arrabbio con lui, che perde tempo appositamente, e con me stessa, perché ne ho perso pure io stupidamente, pur essendo adulta, e per di più l'ho lasciato fare.

E niente, non ho soluzioni.

Non so se sia un problema solo mio, nostro, se sia comune o no. So che cerco trucchi e soluzioni, mantra o pensieri positivi per ridurre il trauma della sveglia o meglio, del risveglio.

Cerco la forza per oppormi ai cartoni che rimbecilliscono ed al muffin che, in mano a mio figlio, sembra riprodursi magicamente, visto che impiega circa 45 minuti per mangiarlo!

Perché ai voglia di fare il saluto al sole, se poi dentro di me sono arrabbiata con il mondo per un'ora.

E voi, dove trovate il coraggio per svegliarvi e svegliare i vostri figli? Avete anche voi lo stesso problema?

 

lunedì 5 ottobre 2015

Correre in vacanza

La vacanza sarda di fine estate mi ha consentito di provare sul campo una sensazione di cui avevo tanto sentito parlare: la gioia di correre in luoghi diversi, di scoprire un pezzetto di Italia o di una città o paesaggio sconosciuti senza mezzi meccanici, senza pesi, senza neppure ruote o zaini, semplicemente correndo.

Per la prima volta nella mia vita, in una vacanza non nelle montagne nostrane, mi sono scoperta a guardarmi intorno cercando anche percorsi adatti ad una corsetta in solitaria.

Isola Rossa

Nel mio bagaglio a mano sono entrati una gonna ed un vestito in meno, ma c'è stato il completo da corsa e l'aereo l'ho preso con le mie scarpe da running ai piedi ed il Garmin al polso.

Intendiamoci, in 12 giorni, ho corso 4 volte, a Villanova Monteleone (appena prima che iniziasse la processione nonchè festa con asini e cavalli ed iniziassero a sparare per aria, facendomi prendere un bello spavento), a Badesi ed a Ossi, facendo intorno ai 5 km per volta e per giunta più lentamente del solito.

Villanova Monteleone e la festa di san Giuseppe

Un pò perchè comunque ero in vacanza da tutto, compreso le attività "di routine", per quanto piacevoli, un pò perchè volevo e dovevo godermi la compagnia dell'Alpmarito e del ricciolino, un pò, anzi tanto, perchè si moriva dal caldo, anche la sera e la mattina.

Una domus de janas, "casa delle fate" scavata nella roccia

Comunque, è bastato per sentirsi bene e per godere del piacere di correre in luoghi inusuali per me, di osservare la vita del luogo, le case, i paesaggi ed il mare, ad un ritmo umano, naturale.

La Valle della Luna

E per scoprire che col cavolo che correre al mare vuol dire correre in piano, come ingenuamente pensavo io e come avevo sperimentato in Friuli !! 
La Sardegna, o almeno la zona in cui siamo stati noi, è tutta un sali-scendi, per di più cotto dal sole!

Per una che adora i trekking di più giorni e si è innamorata delle vacanze in bicicletta dopo una sola esperienza, una corsa in vacanza è un'esperienza indimenticabile.

E voi, cosa ne pensate? Conoscete la sensazione ? Sono certa di sì, soprattutto le mamme blogger del gruppo runningformommies!

venerdì 2 ottobre 2015

"L'euforia delle cime"

"L'euforia delle cime" di Anne-Laure Boch, Ediciclo editore, pag. 91


Un saggio breve dal linguaggio scorrevole, una analisi accurata e acuta della passione per l'alpinismo e della sua storia e un quadro sociologico degli alpinisti che cattura e lascia il segno.
L'incipit di questo libro, scritto da una filosofa e appassionata di montagna, sembra il racconto delle mie mattine al rifugio, prima di una ascensione. Dire che mi sono ritrovata nelle sue parole, nelle emozioni e sensazioni che racconta, e' dire poco.
Quel che penso anche io, ma non sarò mai capace di dire altrettanto bene, lo troverete in parte in queste pagine.
Ma il saggio e' tutto interessante, vero. E si legge d'un fiato.
"L'alpinismo e' la ricerca di un equilibrio tra il troppo e il troppo poco. Troppo difficile, o non abbastanza. Troppo pericoloso, o privo di interesse. Troppo frequentato o troppo isolato.Troppo lungo o troppo corto. All'arrivo, e' l'eccitazione - o la delusione - a segnalare se si è raggiunto o no il limite tanto agognato: il superamento di se'." Pag. 82
"In effetti, la montagna e' l'ambito ideale per tentare questa esperienza, fondamentale nell'immaginario occidentale. la semplice organizzazione dello spazio che caratterizza le regioni montane desta in noi un simbolismo tra i più diffusi, comune all'architettura, al sogno, alla percezione infantile, all'inconscio in generale e alla lingua in particolare. Non si dice forse "discendere dentro di se'" ed "elevarsi al di sopra di se'"? In questo simbolismo spaziale la montagna ha un posto a parte.Essa non è soltanto un luogo caratteristico, ma è lo spazio organizzato in base ad un ordine evidente in cui domina la dimensione verticale.La montagna ha un'unità, una personalità. La sua sagoma immensa e' quasi antropomorfica. Affrontare questa entità mostruosa significa confrontarsi con una scala di valori immediatamente materializzata, in cui ciò che vale di più e' posto al di sopra di ciò che vale di meno..." Pag. 83
Unica avvertenza? Non credete a quel che si dice, non solo qui ma in giro: le grandi prime sulle Alpi non si devono affatto a nobiluomini di città o almeno non solo, così come oggi i più forti rocciatori, arrampicatori ed alpinisti non sono sempre quegli uomini o donne che si vedono sulle riviste di settore o sui giornali.
I più forti sono spesso "i locals" e perfetti sconosciuti/e che in montagna ci vivono o ci lavorano. Solo che non lo sa nessuno, se non i loro amici o compaesani. Perché loro non fanno notizia e, comunque, quasi mai ad uno di loro verrebbe in mente di scrivere ad un giornale della loro ascensione, scalata, cascata. A loro basta farle, non hanno bisogno di riconoscimenti e approvazione altrui.
A ciascuno le sue motivazioni ed il proprio bisogno di gloria.
"Io stessa sono partita all'assalto delle montagne credendo ingenuamente di andare a conquistare il mondo; ed è il mio mondo interiore che mi si è rivelato al termine della ricerca. La tentazione di onnipotenza si è persa per strada. Se ne lamenteranno solo coloro che non hanno avvertito quell'euforia delle cime che è la più bella delle ricompense." Pag. 91
Se state cercando una motivazione per andare in montagna, questo libro fa per voi.
Se amate "andare in montagna", vi ritroverete in questo libro.
Se non riuscite a capire perché mai una persona dovrebbe "correre rischi" per arrivare in cima o scalare o arrampicare sul ghiaccio, questo libro vi aprirà gli occhi. E magari vi farà venire voglia di provare!
Con questo post, partecipo al Venerdì del Libro di Paola.

giovedì 1 ottobre 2015

Succede a Settembre


Settembre è iniziato bene e terminato abbastanza male.

Siamo stati al mare, senza tablet e connessione internet ed è stata una pausa rigerenerante di cui avevamo davvero molto bisogno.

I weeekend sono stati quasi tutti dedicati a matrimoni, tre in un mese, uno al mare, uno vicino a casa, uno in montagna.

Abbiamo ballato molto, chiaccherato molto, bevuto e mangiato troppo.

Le giornate lavaorative al rientro sono state frenetiche e mi hanno assorbita tanto e stressata ancor di più, ma fa parte del gioco e va bene così.

A settembre è ricominciata la scuola dell'infanzia e le paure ed i sensi di colpa dell'altro anno, sembrano acqua passata. L'emozione di mamma no, quella rimane.
Il ricciolino biondo non vedeva l'ora di ricominciare e non ha manifestato particolari disagi.
Poi il secondo giorno mi ha chiesto quando sarebbero iniziate le vacanze, "quelle lunghe lunghe", perchè a pensarci bene si era già stufato.
Ho detto tutto.

Abbiamo corso e siamo andati in bicicletta tutti e tre insieme, godendo dell'aria aperta il più possibile.

C'e' stato il compleanno di un'amica che se ne è andata troppo presto, la cui assenza fa ancora molto male, e pochi giorni dopo il primo anniversario della sua morte.

Io e l'Alpmarito abbiamo passato una domenica ad aiutare a fare un trasloco incrociato di quelli che non vorresti mai vedere, perchè conseguenza di una rottura che fa male. Comunque è andata anche questa.

Nel mezzo abbiamo cominciato l'impianto elettrico della casa nuova ed io ho cercato di fare "il bocia", come si dice in Piemonte, dell'Alpmarito, rimediando un bernoccolo  (no, non mi ha piacchiato, ho battuto il cranio sull'appoggio del trave del tetto, in mansarda. Due sabati di lavoro, due botte sullo stesso travetto, quando si dice l'attenzione e la furbizia!!! ) e qualche tanti insulti.
Decisamente, non è il mio mestiere.

Vedremo se con i pavimenti andrà meglio, almeno quelli una volta li ho già fatti ed il risultato (ottimo) lo calpestiamo ogni giorno da 8 anni a questa parte!

Comunque precede. A fatica e con grossi sacrifici ma procede.

A settembre, nel tirare fuori dal'armadio i vestiti autunnali invernali, abbiamo dovuto prendere atto che il ricciolino è cresciuto tantissimo, in altezza ed in peso (pur rimanendo magrolino).
E di conseguenza, abbiamo ceduto alla richiesta di un letto "da grandi"!

Il risultato è stato un sabato pomeriggio di fatica ed il mio armadio "quattro stagioni" con un'anta che non si può aprire più completamente, un materasso nuovo e la cantina di casa  che è già piena prima ancora di vederci traslocare.

Soprattutto, però, il risultato è che il mio cuore ha perso un colpo.

 Che ne dite ?

Settembre è finito con la mia amata nonna bis che si è ammalata di nuovo e con una delusione ed un forte dolore dentro di cui non so parlare.

Però oggi è iniziato ottobre, quel che è successo è successo e io sono forte. Lo so.

"Succede a " è una iniziativa di Mamma Piky.  Sua è anche la foto iniziale, dal bel sapore autunnale.

martedì 29 settembre 2015

Scene da un matrimonio

E con sabato, abbiamo terminato la nostra maratona annuale di matrimoni (o almeno spero!)
In uno c'e' stata prima la pioggia ed il freddo, poi il sole ed il caldo e poi di nuovo il freddo.
Io ho tolto è messo centinaia di volte la mia stola chiara, il ricciolino biondo, tolta la sua giacca a vento arancione, e' rimasto in camicia e farfallino tutto il giorno, l'Alpmarito, ovviamente, non ha mai avuto freddo e dunque appena possibile ha tolto la giacca e non l'ha rimessa più.
Ci siamo divertiti, non c'è che dire.
Il secondo è stato un matrimonio a metà, non nel senso che mancava uno degli sposi, nel senso che noi siamo andati solo alla festa e non alla cerimonia, poiché la seconda era la mattina e la prima alla sera.
In montagna.
In una birreria /brasserie.
WOW!
Su espresso consiglio degli sposi (genitori di due bimbi piccoli), non abbiamo portato il ricciolino biondo che, secondo me, si sarebbe comunque divertiti un sacco.
In ogni caso, così è stata una vera e propria libera uscita.
Tanto che l'Alpmarito ha bevuto birra fino a rimettere (lui dice che è stata colpa della mia guida e che prima dei tornanti per tornare a casa stava benissimo, ma non è vero: sono le birre!!) - io niente, dovevo guidare.
Come non accadeva da anni.
Tanto che abbiamo ballato da veri assatanati scatenati a ritmo di rock, come non accadeva da anni, mangiando carne grigliata fino a mezzanotte, come non accadeva da anni.
Insomma, un ritorno al passato ma con la maturità degli anni ormai alle spalle.
E poi sono sempre più convinta, anche vedendo tanti nostri amici che si sposano dopo anni di convivenza e con già dei figli, che il matrimonio faccia davvero una differenza e non solo giuridicamente (su questo punto, non ci sono dubbi).
Del secondo matrimonio, non ho foto.
Vi lascio con qualche immagine del primo.
Adoro gli sposi che pensano anche a qualche intrattenimento per i bambini (e non solo)!
Baci sotto l'albero...W il romanticismo!
E voi, quale è stato il matrimonio più bello a cui avete partecipato? Come misurate il successo della giornata? Rifareste tutto allo stesso modo?

venerdì 25 settembre 2015

"Dov'è finita Audrey?"

"Dov'è finita Audrey ?" di Sophie Kinsella, ed. Mondadori, Euro 16, pag. 285
Un romanzo ironico e divertente, in pieno stile Kinsella, che indaga con delicatezza il rapporto madre -figli e il problema della difficoltà di crescere, dei disturbi adolescenziali e dei suoi risvolti, per fortuna nel caso di specie non così tragici.
Al centro del romanzo vi è un fatto di bullismo femminile solo accennato, mai descritto, a seguito del quale Audrey, ragazzina intelligente ma timida,cade in depressione.
La sua imperfetta ma magnifica famiglia farà di tutto per aiutarla ma la svolta arriverà solo quando un amico del fratello particolarmente sensibile e divertente riuscirà ad avvicinarla, dandole un buon motivo per uscire dal suo guscio.
Intorno ad Audrey si muovono una madre nevrotica, ansiosa ma mossa da tutto l'amore che solo una madre sa dare e che ha rinunciato ad un buon lavoro per stare vicino alla figlia, senza mai farglielo pesare, un fratello dipendente dai videogiochi che non riesce a far comprendere ai genitori il suo mondo, un padre un po' assente che cerca di non contrariare la moglie, le ex compagne di scuola ed una terapeuta.
Da questo mix nasce un romanzo che fa sorridere e cattura, portando a riflettere su temi importanti.
Mi è piaciuto molto e, devo ammettere, mi sono immedesimata ora nella mamma ora nella figlia, a seconda delle situazioni, segno di quanto l'età e la maternità mi abbiano cambiata!!!
"Il problema con la mamma e' che non conosce le cose di cui parla. Non lo dico come critica. È che gli adulti sono così. Sono ignoranti, ma hanno il potere. È una cosa da pazzi. I genitori hanno il controllo su tutta la tecnologia della casa e sulle ore passate davanti ad uno schermo e sui social network, poi però se il loro computer ha qualcosa che non va diventano come bambini e chiedono: "Cos'è successo al mio documento?", "Non riesco ad andare su Facebook", "Come si caricano le foto? Doppio clic come? Che vuol dire?".
E siamo noi a dover sistemare le cose." Pag. 137
"Ma sono stufa di questo dannato grafico che va su e giù" ho detto, frustrata. "Lo sai no, due passi avanti, uno indietro. È così doloroso.È così lento.È come giocare all'infinito al Gioco dell'oca."
La mamma mi ha guardata come se non sapesse se ridere o piangere e poi mi ha detto:"Ma Audry, questa è la vita. Abbiamo tutti un grafico che va così. Io per prima. Un po' si sale, un po' si scende. È la vita." Pag. 265
Ecco quindi a voi il mio consiglio di lettura per questo Venerdì del Libro.

martedì 22 settembre 2015

Quali attività sportive dopo la scuola? Le nostre scelte e la sua prima garetta di corsa !

Leggere il post di Drusilla mi ha spinto a ricapitolare le nostre scelte per le attività extrascolastiche, per ora essenzialmente sportive.

Scelte necessariamente condizionate: dagli orari, dall'offerta del territorio, dai gusti /inclinazioni del ricciolino e, inevitabilmente, dall'opinione mia e dell'Alpmarito.

Questo perchè il mio biondino è ancora troppo piccolo per conoscere gli sport e fare scelte effettivamente consapevoli, ammesso che ciò sia possibile.

Quest’anno ho optato per il corso di nuoto, 45 minuti il sabato mattina, solo 6 lezioni fino a Natale.
Al lago ed al mare, quest'estate, ho infati capito sia che era pronto per imparare a stare a galla da solo, sia che il fatto che non sappia nuotare genera in me una tale ansia da rovinarmi parte del relax e, conseguentemente, rovinare a lui il divertimento.
Secondo me, poi, in uno Stato ricco di laghi, mari e fiumi, è impensabile non saper nuotare.
Ora bisognerà vedere se il ricciolino digerirà la questione "corso", perchè andare in piscina con me gli piace un sacco, l'idea di una maestra di nuoto e altri bimbi, molto meno.


Da gennaio come lo scorso anno, finito il corso di nuoto, pensavamo di ripartire con il corso di sci di fondo, la domenica mattina.
Così nuoto e fondo si alternerebbero e non dovrebbero stancarlo (e stancarci) troppo.

A questi "impegni" si aggiungerà  la solita serata settimanle in palestra di arrampicata con mamma e papà e amichetti a turno (niente corso, e’ troppo presto, gioca, salta, arrampica liberamente).

Dopo Natale, ci sarà l’inizio di un corso di gioco- atletica e, siccome lui è sempre in movimento e gli piace correre, la mia intenzione era di portarlo alla prima lezione a provare, per capire se potrebbe in effetti piacergli.
Tutto ancora da verificare, comunque.

Alla musica, che mi piacerebbe introdurre nelle sue giornate, penseremo fra un anno o due, come pure al calcio, che inizia a chiedere di poter praticare, non ancora per reale interesse ma per imitazione del cuginetto grande. In ogni caso, pare troppo presto e io son ben contenta di aspettare, visto che è l'unico sport che proprio io e l'Alpmarito detestiamo!

Poi ci sarebbero 5/6 lezioni di yoga mamma e figlio. Abbiamo fatto una piccola prova la scorsa settimana e il ricciolino biondo è sembrato interessato però, ad essere sincera, credo che farebbe piacere più a me che a lui e non vorrei che si sentisse troppo impegnato.

Come Drusilla, penso che il gioco libero e il gioco gli amichetti ed i nonni, la corsa la bicicletta ecc. debbano continuare a rappresentare un momento importante, anche dal punto di vista temporale, delle sue settimane.

Nel frattempo, il ricciolino sabato ha partecipato alla sua prima gara di corsa, in occasione della Festa dello Sport organizzata nel paese in cui viviamo.



200 mt in salita, da una piazza all'altra, in un gruppo di bambini da 0 a 5 anni, con tanto di pettorali "come i grandi"!

Il nostro campioncino si è impegnato tantissimo, è partito in ritardo perchè non aveva ben compreso il meccanismo ma poi è arrivato...4 ° !!!

Io e l'Alpmarito siamo corsi a lato strada, di fianco a lui, e il suo sorriso mentre correva guardando ora l'uno ora l'altro, nonchè la sua soddisfazione ed il suo orgoglio alla fine, sono state emozioni indescrivibili!



E poi gli hanno consegnato succo di frutta e barrette di cioccolato, con sua grande gioia!

Ora, ha già iniziato a chiedere quando potrà fare la prossima gara.
Pare proprio che tutto lo spirito agonistico che non abbiamo mai avuto io e suo padre, si sia riversato in lui!!!

p.s. Anche l'Alpmarito ha gareggiato nella competizione per adulti, per dare il buon esempio e in onore della festa dello sport organizzata con tanto impegno dalle associazioni sportive del territorio.

venerdì 18 settembre 2015

La guerra raccontata da chi la vive.

Questo venerdì, ormai tradizionalmente legato ai libri con l'appuntamento ideato da Paola, vorrei consigliare la storia autobiografica di uno sniper dei SEAL, durante l'operazione Iraqui freedom ed in altri luoghi di guerra.

Non si tratta di un romanzo, ne' di una autobiografia vera e propria e lo stile dell'autore, anzi, dei coautori, non è sempre ineccepibile, tuttavia è un racconto talmente impressionante, vero, sincero e sentito che, a mio parere, merita di essere letto.

È facile parlare di regole di ingaggio, condannare nazioni e forze militari per i propri metodi, processare azioni ed intenzioni, stando comodamente seduti alla scrivania o al tavolo da cucina davanti alla propria cena o sul divano con amici e un bicchiere di vino, in Paesi non coinvolti dalla guerra.
Molto diverso e' combattere davvero per la propria Patria, affrontando la lontananza dalla propria casa e famiglia, per proteggere i cittadini di tutto il mondo.
Questo libro può aiutare a riflettere prima di atteggiarsi a perbenisti o limitarsi a seguire la massa e, certo, anche a criticare ciò che non si condivide, ma con maggiore coscienza e responsabilità delle proprie opinioni.
Tra l'altro, e' impressionante notare come la libertà di opinione ed espressione, negli USA, esista davvero, anche quando si tratta di scelte politiche - militari.

"American sniper" di Chris Kyle, con Jim Defelice e Scott Mcewen, pag. 350, ed. Mondadori

Immagine tratta dal web.


"Si dice che per uccidere il tuo nemico devi prendere le distanze da lui. Se questo è vero, in Iraq i ribelli ci resero le cose molto facili. La storia di quella madre che, incurante della presenza del figlio, tiro' la sicura della granata e' solo uno dei disgustosi episodi di cui sono stato testimone.Combattevano contro fanatici che avevano come unico valore la loro interpretazione distorta della religione. E per la metà del tempo si limitavano a sbandierare quanto fosse importante per loro la religione: la maggior parte di loro non pregava nemmeno. E moltissimi si drogavano per combatterci. Molti ribelli erano codardi, abituati ad assumere droghe per farsi coraggio. senza quelle sostanze, erano delle nullità. da qualche parte conservo un video in cui si vedono padre e figlia in una casa che stavamo perquisendo. i due si trovavano al pianoterra e, per qualche ragione, al piano di sopra scoppio una granata flash- bang.Nel video si vede il padre nascondersi dietro la ragazzina: temendo di restare ucciso, era pronto a sacrificare la figlia per salvarsi." Pag. 88

Dal libro e' stato tratto anche un film, molto bene fatto, crudo ma accurato e toccante. Io personalmente consiglio di vederlo.

"Nel frattempo, i pezzi grossi si beccavano promozioni e pacche sulle spalle per la parte che avevano avuto nella guerra. La gloria era tutta loro. Una gloria del cazzo. Una gloria del cazzo per una guerra che non avevano combattuto e per l'atteggiamento da codardi che avevano assunto. Una codardia che aveva sacrificato vite che avremmo potuto salvare, se solo ci avessero lasciato fare il nostro lavoro. ma questa è la politica: un mucchio di imbroglioni comodamente seduti al caldo che si scambiano congratulazioni a vicenda, mentre gente in carne e ossa ci lascia la pelle." Pag. 94 

Mi sembra di vedere i leader europei, tutti, pontificare, mentre la gente affoga, le forze dell'ordine lavorano senza sosta per recuperarli, i volontari fanno il possibile, i cittadini accumulano malcontento, a ragione, e i soliti noti si arricchiscono.

Chris Kyle e' stato ucciso nel 2013, a 39 anni, da uno dei veterani mentalmente disturbati che, da quando era tornato in PatrIa, cercava di aiutare.

Al suo funerale ed al passaggio del feretro, migliaia di persone si sono riversate in strada per rendergli omaggio. Il suo assassino e' stato condannato all'ergastolo.

"Quando qualcuno mi chiede in che modo la guerra mi ha cambiato, gli rispondo che il cambiamento più grosso riguarda il mio modo di guardare le cose. Avete presente tutte quelle banalità da cui vi fate stressate ogni santo giorno? Ecco: di quelle, non me ne frega più un cazzo. Invece di lasciarvi rovinare la giornata o addirittura la vita da questi problemino di poco conto, pensate che ci sono cose ben più gravi e ben più brutte che vi potrebbero capitare. Io le ho viste. Anzi: le ho vissute." Pag. 350

Se lo avete letto o avete visto il film, mi fate sapere cosa ne pensate? Sono curiosa!

mercoledì 16 settembre 2015

Matrimonio sardo

Le nostre vacanze estive sono state l'occasione per partecipare al matrimonio religioso (con rito francescano) di una coppia di amici, genitori di M., grande amica del ricciolino biondo.

All'emozione di essere presenti in un momento così importante, solenne ed emotivamente coinvolgente della vita dei nostri amici, in questa occasione abbiamo anche potuto conoscere alcune tradizioni diverse dalla nostre e piccole differenze di "riti".

E a me, che sono curiosa sempre, è piaciuto molto.

Di diverso,c'è stato il fatto che la sposa ha atteso lo sposo a casa, dove lui è andato a prenderla.
Mentre qui io ho sempre visto lo sposo attendere in Chiesa o Municipio. 
La casa era addobbata a festa, con tanto di ricco aperitivo  per parenti ed amici, anche loro invitati a casa (anche questa, usanza diversa da quella di queste parti).



C'e' stata la commovente benedizione alla coppia data dai genitori della sposa nella loro casa.


Il pane ed il vino per la Chiesa. 






La rottura dei piatti all'uscita degli sposi da casa e poi all'arrivo al ristorante (questa parte ha lasciato molto perplesso il ricciolino biondo)



Il lancio del grano, al posto del riso, oltre ai petali, ormai immancabili.



E poi la cerimonia francescana in sè, un pò diversa (ma non me ne intendo abbastanza da poter dire di più), anche perchè come al solito in Chiesa ci sono stata poco, giusto all'inizio ed allo scambio dei consensi.



Non sa cosa si perde, chi almeno una volta nella vita non ha aspettato fuori, con uomini e bambin.

 Per dire, gli sposi sono arrivati in Chiesa con un'auto, per trovarsene una decisamente diversa all'uscita.


  (A voi, quale piace di più?)


Musica e balli a scatenati a volontà, come qui, ma con tanto di palloncini colorati, coroncine caraibiche di fiori, cappelli e occhiali da carnvele e braccialetti luminosi).
Il mio ricciolino biondo ha ballato abbracciato alla sua amica tutta la sera, fino all'una di notte, geloso quando si avvicinava qualcun altro, femmina o maschio che fosse.
A volte i balli finivano in capriole per terra, ma sempre con risate e allegria!
 


E anche noi non ci siamo sottratti (io scalza, perchè il mal di piedi avrebbe rovinato tutto!)




Un ricco banchetto, ovviamente anche con il porceddu, tante decorazioni e il mio biondino con il suo tanto desiderato papillon !!!
Lo avrebbe voluto tutto rosso, come i nastri della sposa e della damigellina,  ma si è accontentato.


Grazie di averci voluto a festeggiare con voi e .... buona vita insieme, amici!

 



 

martedì 15 settembre 2015

Amica mia

Oggi sono triste.

Oggi avresti compiuto 37 anni se, meno di un anno fa, un male subdolo e schifoso, lo stesso che si era portato via prematuramente mio nonno, mio cugino e tante altri conoscenti, amici e parenti, non te lo avesse impedito.

Amica mia.

Un anno fa correvo e pensavo a te.
Oggi lavoro e penso a te.

Rivedo il tuo sorriso, la tua cura nel vestire, le cene insieme, i pomeriggi di lavoro, fianco a fianco, quel tuo modo di pronunciare il mio nome, usando un'abbreviazione che sapevi  che concedevo solo a te di usare.

Avrei voluto essere capace di dirti di più, meglio, quanto contavi per me, quanto tenevo a te, ma credo che lo avessi capito.

Oggi, questa vita preziosa e mai scontata, la vivo anche per te.

Amica mia.