giovedì 9 aprile 2015

Della sua prima gita con la scuola e delle mie ansie materne

Domani il mio ricciolino biondo andrà in gita con la scuola materna.
Non al mulino del paese vicino, non a piedi in fattoria, al supermercato, nel campo di mais o con il bus urbano al caseificio del borgo confinante.



Andrà su un autobus grande, farà 66,3 km (sì, ho controllato su mappy) e starà via dalla mattina alle 8.15 alle 16.30 del pomeriggio.

E io non posso fare a meno di domandarmi se sia proprio il caso, se sia così indispensabile portare in gita dei bambini di tre anni.
Certo, le maestre ci saranno tutte e sono un buon numero, il viaggio è breve, la destinazione tranquilla, l'autobus avrà le cinture di sicurezza (anche se solo su due punti, anzichè su tre come quelle delle auto, temo) però...non posso fare a meno di essere ansiosa.

A ciò si aggiunge il fatto che alcuni genitori non manderanno i loro bimbi, o perchè soffrono l'autobus, o perchè ancora in vacanza per Pasqua o per altre ragioni imprecisate ed il nano stesso non sembra entusiasta.
Ma forse, questo dipende dal fatto che ha subdorato la mia ansia, anche se cerco di contenerla, quindi non conta.

Non si poteva aspettare ancora un anno o due?
Lo so, sono problemi miei, di mamma, non dei bimbi, per i quali sarà certamente una bella emozione ed un'avventura, però non posso fare a meno di riflettere sul fatto che il mondo sembra aver voluto accellerare tutto, anche la crescita dei nostri figli, dopo una o due generazioni (tipo la mia) in cui la tendenza era esattamente all'opposto.
E mi chiedo se sia giusto, se non sia un bruciare troppo presto le tappe, una spinta eccessiva verso l'indipendenza.

La maestra più anziana, madre di tre figli ormai grandi, ieri mattina, alle mie richieste di rassicurazioni circa le cinture, ha sorriso dolcemente e mi ha detto: "Gioia mia, le cinture ci sono ma sai, nella vita ci vuole anche tanta, tantissima fortuna. E non ci si può fare nulla".
Ha ragione, lo so.

Io sono sempre stata una persona fatalista.
Ho sempre cercato di prevenire ogni pericolo prevenibile ma anche accettato il rischio che è insito nel vivere. Non per niente mi piace alpinismo, arrampico, scio, viaggio, uso tantissimo l'auto, vado in moto.
Però, da qualche mese a questa parte, ho molta più ansia per mio figlio.
Non tanto per me, ché tanto se non ci fosse più non ne potrei soffrire (anche se il pensiero mi infastidisce, sarebbe uno spreco, no??!).
Però per lui sì.
Lo guardo dormire e penso a quanto è fragile la vita e il terrore che possa accadergli qualche cosa di male mi prende alla gola.

In fondo, da quando sono mamma, ciò che mi pesa veramente è solo e sempre una consapevolezza nuova: la mia vita dipende da quella di mio figlio.
La sua felicità è la mia, la sua salute è la mia.
E spetta a me aiutarlo a trovare la sua strada verso la felicità e proteggerlo.

Qualche volta, anche se so che è inutile, insano, vagamente folle, vorrei solo chiuderlo in una campana di vetro e proteggerlo da tutto e tutti.

Invece.
Questa sera andremo a fare la spesa e sceglieremo i panini morbidi, la frutta e gli affettati per il pranzo al sacco.
Poi prepareremo lo zainetto, con la sua borraccia di acqua fresca, gli racconterò quante cose belle vedrà ed imparerà domani e gli leggerò la consueta storia della buona notte.
E domani lo abbraccierò, lo bacerò e lo saluterò sorridendo con la manina, augurandogli una buona giornata.

Poi, però, andrò a lavoro e  conviverò con lo stomaco contratto fino a quando scenderà dall'autobus.
Sarà una lunga giornata.

Ah, le gioie dell'essere mamma!!!


p.s. Ditemi, secondo voi sono pensieri normali o devo preoccuparmi??!?

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