Ne avevamo tanto bisogno.
Ci siamo sparati i 513 km che ci separano da una parte importante della mia famiglia, della nostra famiglia, i cugini friuliani.
Perchè a volte, il grado di confidenza e affetto non è direttamente proporzionale al grado di parentela, per fortuna.
Siamo partiti alle 4.30 del mattino, per sfruttare le ore di sonno del ricciolino biondo, e senza incontrare traffico, con due pause sole, alle 9.30 eravamo a destinazione, pronti ad affrontare una bella giornata di sole.
Io adoro il Friuli Venezia Giulia, anche se per ora, nonostante anni di visite, ne conosco solo un pezzettino.
Lo adoro perchè mi sento a casa, perchè la parlata locale alle mie orecchie suona familiare e piacevole, perchè ha mare, montagne e campagna, perchè è accogliente, perchè lì ho passato molte piacevoli estati al mare, perchè lì ho portato a spasso la mia pancia un caldissimo agosto di quattro anni fa, perchè lì mio figlio ha visto per la prima volta il mare, perchè lì ho trascorso le mie prime vacanze in coppia con l'Alpmarito con amici, perchè lì ho scoperto l'esistenza dei bungalow nei campeggi, perchè lì è stata una delle mie prime volte in tenda, perchè lì ci sono loro, le mie cugine.
Appena arrivati, siamo andati a Grado, l'Isola d'Oro, così bella ed elegante, anche e soprattutto fuori stagione.
Dopo un giro nel porticciolo, abbiamo fatto scorta di focacce e pizzette e, dal Canale della Schiusa, praticamente di fronte al porto e al centro di Grado, ci siamo imbarcati per l'Isola di Barbana, dove si trova l'omonimo santuario dedicato alla Madonna di Barbana (eretto nel VI secolo e resturato nel 1926), dove vive stabilmente una comunità di Frati Minori Francescani.
L'ultima volta, il biondino che questa volta osservava estasiato dal parapetto, era ancora nella mia pancia di sette mesi !
Una traversata di mezz'ora in mezzo alla laguna di Grado, da un lato la terra, dall'altro il santuario e le cime innevate, il cielo azzurro e limpido, i gabbiani a tenerci compagnia.
Sull'isola, un fazzoletto di terra in piena fioritura primaverile, abbiamo consumato il nostro pic nic, rilassandoci e riposando dopo il lungo viaggio, con pochi turisti in torno (tutti stranieri) ...
Dentro il santuario, i voti alla Madonna di tanti pellegrini, le vetrate istoriate, il senso di calma ed il silenzio.
Fuori, solo le risate di mio figlio, i gabbiani ed i colori della primavera.
Abbiamo corso, giocato, fotografato, saltato e mangiato un gelato (c'è un bar trattoria ben fornito ed economico, oltre ad un negozio di souvenirs), per due ore buone, attendendo la barca del ritorno.
Per sentire di nuovo il vento tra i capelli e la magia della laguna.
Concludendo la serata con le cugine, tra un pasticcino colorato, tantissime risate ed una canzone di tanti auguri all'Alpmarito che, proprio quel giorno, compiva gli anni.
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