Gli ultimi due mesi mi hanno vista impegnata, come mamma e come avvocato, in una spinosa questione.
Nella zona in cui abitiamo, zona di mezza montagna da cui si dipartono varie vallate alpine, in una regione in cui l'ospedale è collocato nell'unica città, che è anche capoluogo di regione, che però non è in posizione così comoda e centrale, i pediatri da un pò di tempo a questa parte scarseggiano.
Nella circoscrizione in cui viviamo, erano in tre fino all'anno scorso, poi sono stati ridotti a due, poi ad uno, infine, causa maternità dell'unica rimasta (per fortuna, quella del nano), a zero.
E così hanno mandato una sostituta, che arrivava dalla grande città della regione vicina.
85 km.
Non una pediatra, ma una specializzanda in cardiologia infantile. Al suo primo incarico.
Quindi magari anche ancor più qualificata e competente, ma certamente non avvezza a parlare di svezzamento, malattie esantematiche infantili, bronchiti e bronchioliti & co., con mamme e neomamme.
E soprattutto con poco tempo a disposizione, non abituata a spostarsi per vallate montane, giovane e senza figli.
E' stato subito scontro fra lei e le mamme.
A quanto mi è stato riferito, infatti, ha subito iniziato a chiedere il pagamento di Euro 30,00 per ciascun certificato di
riammissione a scuola per assenze superiori a cinque giorni, previsto
come obbligatorio dall'art. 42 del DPR 1518/67, in constrasto con l''art. 44 comma 2 lett. g) dell'Accordo Collettivo
Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici pediatri di
libera scelta e dell'art. 4 della Carta dei Servizi dei Medici di
Assistenza Primaria della nostra Regione, nel quale è previsto che
tale certificato sia rilasciato gratuitamente.
Ha dato una reperibilità telefonica limitata all'orario 08,00 - 10,00 a.m.,
non solo per la prenotazione delle visite ambulatoriali o
domicialiari ma per qualunque esigenza, salvo poi comunque non rispondere spesso alle chiamate telefoniche, al numero di cellulare
indicato nella comunicazione inviata dall'USL alle famiglie, o non richiamare, con
conseguente impossibilità di prenotare le visite (e senza prenotazione, non visitava).
Non rispettava l'orario di prenotazione delle visite
ambulatoriali, con attese che si protraevano anche
per tre ore, in orari comunque incompatibili con l'orario di
frequenza scolastica dei bambini e di lavoro dei genitori - il che, però, mi pare un problema strutturale e capitava anche con le altre dottoresse.
Inoltre, invitava a recarsi al Pronto Soccorso per
qualsiasi esigenza medica insorta
dopo le ore 10,00 del mattin, anche non urgente.
Peccato che poi, al Pronto Soccorso, si arrabbiassero con le madri e le invitassero a tornare dalla pediatra!
Pare che sia anche capitato che facesse diagnosi senza spogliare e/o auscultare i bambini (ma so di molti posti in cui i pediatri fanno diagnosi per telefono), semplicemente guardandoli in faccia, che molte madri non avessero ricevuto la comunicazione asl del cambio di dottoressa, che in alcuni ambulatori non abbia effettuato le visite o abbia fatto aspettare a lungo, nonostante fosse ufficialmente aperta, senza aver nessuno in stanza.
Io non ho avuto esperienze dirette (dunque, tutto ciò che ho sovra scritto mi è stato riferito dalle altre mamme, direttamente o tramite passa parola), poichè fortunatamente mio figlio è stato bene o quel che ha avuto era risolvibile senza interventi medici.
Però le altre mamme mi hanno chiesto aiuto e solidarietà. E io, anche sapendo che comunque in caso di bisogno avrei dovuto fare rifirimento ancora per qualche mese a questa dottoressa, mi sono prestata.
Abbiamo avuto un incontro con il direttore dell'ASL locale, il quale prima ha dichiarato che si trattava di un colloquio informale che non voleva verbalizzare, e poi, dopo un paio di giorni, ci ha pregate di mettere per iscritto le nostre doglianze.
Infine, ci ha pregato di non mandargli più la lettera.
E' stato evidente che egli poco voleva e/o poteva, che faceva il politico ed il dirigente, che intendeva solo evitare proteste su gruppi facebook e che la notizia arrivasse alla stampa o si diffondesse comunque nel paesi della circoscrizione.
Ciò che più mi ha disturbato, comunque, è che cercasse di sminuire i problemi, ripetendo che non si trattava di "questioni gravi" e in fondo la dottoressa non aveva ancora "creato danni", come se si dovesse aspettare un episodio di malasanità grave per lamentarsi o se far perdere ore e ore di lavoro e vita a genitori e bambini in attesa, far correre al Pronto Soccorso (con conseguenti viaggi, attese di ore ecc., magari per essere subito rimandati a casa), far lavorare il triplo gli altri medici o chiedere soldi che paiono proprio non dovuti, fosse "roba da poco."
Per non parlare di quando ha cercato di convincerci che potevano essere noi mamme a "autocertificare" la guarigione dei nostri figli per la scuola e citare a sproposito sentenze del TAR!!!
A quel punto, l'istinto professionale ha avuto la meglio e non ho potuto evitare di dire la mia.
E poi le giustificazioni del tipo: al concorso non si è presentato nessuno (?!?), la nostra regione non è molto ambita...quando sul sito dell'ASL era appena stata pubblicata una graduatoria con 89 pediatri!
Comunque, alla fine, pare che sia servito.
La dottoressa è attualmente assente "per motivi familiari" e non si sa se e quando rientrerà.
I più scontenti, intanto, sono gli altri pediatri: quello della circoscrizione vicina, cui si rivolgono disperate le mamme in assenza di un pediatra di base a loro assegnato,;quelli del pronto soccorso regionale e di quello della regione limitrofa, molto più vicino, che stanno lavorando il doppio; quella che è stata l'ultima a cambiare sede, perchè molte mamme continuano a fare riferimento a lei.
E ora, rimaniamo in attesa del prossimo medico, sperando sia scelto in modo un pò più oculato!!!
Alla faccia della continuità dell'assistenza medica e pediatrica in generale, delle tasse sul servizio sanitario nazionale assai salate che paghiamo, dell'importanza della prevenzione, della trasparenza delle pubbliche amministrazioni e della mancanza di lavoro, nonchè della umiltà e dedizione che dovrebbero contraddistinguere tutti i professionisti e lavoratori, di qualunque settore.
Ma è possibile una situazione di questo tipo?!?
Anche voi avete o avete avuto problemi simili? Come vi regolate?
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