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mercoledì 7 agosto 2019

Val d'Ayas, il Ru Courtod da Barmasc (AO) con i bambini: le escursioni di Mamma Avvocato

In Valle d'Aosta i ru o rus, antichi canali di irrigazione scavati dagli abitanti dei paesi di montagna per portare l'acqua dalle sorgenti o di fusione ai campi, ai prati ed agli alpeggi, ovvero in luoghi impervi che altrimenti sarebbero stati improduttivi, in molti casi sono stati recentemente  recuperati e valorizzati per creare suggestive passeggiate nel verde.

La manutenzione di questi canali, in passato disciplinata dall’istituto giuridico delle "corvées" (giornate di lavoro dovute obbligatoriamente dai beneficiari dell’acqua del canale durante l’arco dell’anno in giorni prefissati), aveva infatti portato a costruirvi, accanto, numerosi camminamenti pedonali, unitamente ad opere di regimazione delle acque, come ad esempio delle piccole chiuse, e ponticelli.

I sentieri che costeggiano i ru consentono passeggiate tranquille, perchè dopo una iniziale salita che conduce in quota al canale, di solito si prosegue in falso piano, con pendenze sempre moderate, verso la fonte o verso valle.

Cosi' è per il Grand Ru di Rhemes Notre Dame, di cui ho raccontato qui, e cosi' per il

 Ru Courtaud ( o Ru Courtod), in Val D'Ayas.


L'intero percorso del Ru Courtod, costruito tra il 1393 e il 1433 per  portare acqua dal torrente di Ventina fino al Col de Joux, si puo' fare, in entrambe le direzioni (dalla fonte a valle o viceversa), dal Col de Joux (mt. 1640, nel comune di Saint Vincent - AO) alle sorgenti, a mt. 2080, per 5,5 ore di camminata indicata dai pannelli segnalatori e 24,09 km totali, con pero' soltanto 460 mt di dislivello positivo (*dati ricavati dai vari portali turistici).
Una escursione, dunque, facile ma lunga, ancora non adatta ai nostri tre figli.
Tra l'altro, è percorribile anche con le MTB, per ciclisti di media esperienza. 


Abbiamo quindi optato per percorrere solo il tratto da Barmasc (1898 mt) all'Alpe Soudaz, dislivello mt. 194, lunghezza circa 5 km, sentiero n. 5,  attraversando gli alpeggi Chavannes e Granas, superando l'agriturismo La Tschavana ed il bivio con il sentiero n. 3 che scende alla frazione Mandriou (1849 mt) e poi, ancora, a Champoluc.

Ritorno lungo lo stesso sentiero, con parcheggio della macchina ad Antagnod, nell'apposita area dedicata, a due minuti dalla partenza del sentiero da Barmasc.



Il primo tratto, in salita, si percorre sul sentiero n. 105 da Barmasc, che permette di salire ed incrociare il Ru Courtod, a mt. 1970, ed il sentiero n. 5, su cui poi si prosegue quasi in piano.

I tratti all'ombra degli alberi, nei boschi di conifere, nella frescura e calma del luogo, si alternano a quelli a cielo aperto sulla valle, con i pascoli in fiore, sotto il sole, con un panorama che ripaga pero' dal caldo, sia verso valle, dove si scorgono i paesini, sia verso l'alto, dominato dalle Tre Dame di Challand e dal Massiccio del Monte Rosa.


L'agriturismo, che si raggiunge facilmente con una breve deviazione in salita, è perfetto per eventuali soste, birrette fresche, gelati e altalene per i bambini incluse. Visto quanto era affollato quando ci siamo stati noi, pero', se volete mangiare li' anzichè farvi un pic nic, vi consiglio di prenotare.


I cartelli indicano 1,45 h per l'andata, altrettanto per la discesa, visto che il poco sviluppo positivo non modifica di molto i tempi di percorrenza.
Noi, con i gemelli nel carrellino da trekking e, a tratti, a piedi, abbiamo impiegato poco di piu', fermandoci per un pic nic a metà strada e per la merenda all'agriturismo.


Brevi cenni sul resto del percorso:
Proseguendo verso le sorgenti, il sentiero si fa piu' impervio e non percorribile con il passeggino da trekking, pero' poco dopo il bivio per Mandriou, si trova una bella cascata. Nell'ultimo tratto verso le sorgenti, il rou mi risulta sia interrato ma il cammino comunque gradevole. 
Andando invece verso il Col de Joux dopo Barmasc, si sale al pozzo piezometrico (salita che ho letto non essere adatta ai passeggini) e poi si attraversano 14 suggestive gallerie, per cui è meglio essere muniti di pila o torce!
Appena riusciremo a tornare in loco, vi aggiornero' .


ATTENZIONE: noi abbiamo percorso questo tratto di rou, come ho scritto, con il carrellino da bici, che usiamo come passeggino doppio da trekking. L'Alpmarito, pero', lo ha sollevato nei tratti piu' difficili, per la presenza di radici degli alberi o grossi sassi. In alcuni punti, poi, il sentiero si restringe e quindi, se con il passeggino da trekking singolo probabilmente non sarebbe un problema, con un doppio si fatica a passare. Tenetelo presente quando programmate l'escursione.



Infine, non abbiamo trovato fontane lungo il tratto. Quindi portatevi una buona scorta di acqua.



venerdì 12 luglio 2019

In montagna con i bambini: da Gressoney Saint Jean a Gressoney La Trinitè (Valle del Lys)

Sapete quanto io e l'Alpmarito adoriamo la montagna, vero?!

Cerchiamo di andarci una volta tutti i fine settimana estivi, o quasi tutti.
Essendo i gemelli ancora piccoli (due anni compiuti una manciata di giorni fa), dobbiamo però scegliere passeggiate alla loro portata o affrontabili con zaino porta bambini o carrettino/passeggino da trekking.


Non solo. Visto che la Valle d'Aosta è una regione turistica e nel fine settimana ci sono lunghe code di rientro verso casa, non sempre possiamo scegliere liberamente dove andare, perchè rischieremmo di fare due ore di coda per percorrere i 20 km fino a casa.
Quindi, quando decidiamo di stare vicini, scegliamo spesso la Valle del Lys, o Valle di Gressoney (AO), che consideriamo entrambi, per diversi motivi, una seconda casa.

Questa volta, abbiamo scelto la passeggiata che dal bel paesino di Gressoney Saint Jean conduce al paese di Gressoney La Trinitè e ritorno.


Si parte dal centro di Gressoney Saint Jean (m. 1385), attraversando il ponte di legno dinnanzi al parcheggio centrale, ove vi sono anche i bagni pubblici, per spostarsi sull'altra riva del torrente Lys, da cui parte una sterrata che costeggia il fiume da un lato ed il verde campo da golf dall'altra, fino alla fine della piana della frazione Dresal.


Da lì, dopo l'incrocio con la strada asfaltata e la centrale idroelettrica, la strada sterrata diventa sentiero, seppur abbastanza ampio, sale al primo gruppo di Stadel, ovvero la tipica casa Walser in legno e pietra (e si trova una fontana di acqua fresca) e poi ancora, in leggera salita, tra mucche al pascolo, giunge fino ad una collina a picco sul fiume.



Posegue per i prati fioriti fino alla parete rocciosa della località Lysbalma, per poi giungere poco dopo  in piano, con un tratto attraversante la cava di sabbia,  a Gressoney La Trinitè (m. 1624).


Noi abbiamo fatto un pic nic nel grande parco giochi (ove si trovano anche acqua e bagni pubblici), per permettere ai bambini di sfogarsi e giocare in sicurezza così da gustarci un panino in pace.

Però non perdetevi anche un giro del borgo, sempre curato, fiorito e grazioso.



Il ritorno, per lo stesso sentiero, pur essendo in discesa a noi ha richiesto poco tempo in meno, perchè i bambini hanno camminato di più e quindi ci siamo adeguati al loro passo ed alle loro soste.


La passeggiata, ben segnalata, normalmente richiede circa 1 ora e 30 in salita, un pò meno in discesa. 
Noi con Orsetto e Principessa, abbiamo impiegato più di due ore, tra il loro passo, i capricci, le soste per bere, mangiare, osservare le mucche, odorare i fiori, incremare le spalle, raccogliere cappellini e occhiali gettati a terra ecc.   ; -) !


Nessun rischio o difficoltà particolare, a parte la vicinanza per lunghi tratti al torrente Lys, con conseguente necessità di controllare i bambini.
 Anche il dislivello positivo è minimo: circa 250 m.

 

Noi abbiamo usato il carretto per i tratti in cui i gemelli o uno di loro non volevano camminare ma non lo consiglio perchè in alcuni punti comunque abbiamo dovuto farli camminare per forza e l'Alpmarito ha usato la sua abilità per portare il carretto, in altri comunque il sentiero è stretto e non è affatto agevole per un passeggino.
Se però avete un passeggino da trekking singolo, forse sarebbe più agevole.
Nessun problema con lo zaino porta bimbi.



Il panorama, con il MONTE ROSA a far da sfondo, è splendido per tutta la passeggiata e vale anche da solo l'escursione!!!



N.B.
Se siete interessati ad altre escursioni da fare con i bambini in Valle del Lys, alcune anche con il passeggino da trekking, vi consiglio:
- la passeggiata della Regina, dal Lago Gover al Castel Savoia
- il Lago Gabiet da Staffal, anche per arrampicare in quota
- Alpenzu grande ed Alpenz piccolo, da Gressoney Saint Jean, sulla traccia dei Walser;
- l'incantevole Alpe Sitte, da Staffal;
- se amate le ferrate o l'arrampicata, la ferrata di Gressoeny La Trinitè, quella per adulti e quella per bambini, con la mini falesia delle guide;
- l'imperdibile gita da Staffal alle sorgenti del torrente Lys, ai piedi del ghiacciaio del Lys ;
- il Lago Vargno, dai Pian di Coumarial;
- la facile passeggiata da Issime a Gaby; 
- più a bassa quota, da Lillianes a Roussy;
- la poco conosciuta ma molto bella escursione da Gaby a Pian dou Beyli;
- la visita al vecchio castagno di Gaby, partendo dalla stessa Gaby, località loc. Crusmato  o Pont De Trenta.

Qui trovate gli ultimi aggiornamenti sulle gite ad Alpenzu, Issime-Gaby e Lago Vargno, con tante foto dei luoghi.

venerdì 5 luglio 2019

Le letture di Mamma Avvocato: "Dentro soffia il vento"

"Dentro soffia il vento" di Francesca Diotallevi

ed. Neri Pozza, Beat, pag. 222

 

Tra le montagne, nel piccolo borgo di Saint Rhèmy durante la Grande Guerra, vivono, tra gli altri, Yann Rosset, con sua madre e sua sorella Agnès, Basil Blanche e il fratellino, l'anziano parroco e la sua giovane governante Marie, il maestro di scuola e la sua malinconica moglie, la selvaggia Fiamma e il ricordo di sua madre.

Una piccola comunità unita verso gli estranei ma divisa al suo interno, con la giovane Fiamma e, prima della morte, sua madre, emerginate in mezzo ai boschi, perchè ritenute "streghe" per la loro conoscenza delle proprietà curative di erbe, spezie ed infusi. Eppure cercate, al bisogno, amate e odiate nello stesso tempo; con Yann e Basil, che si detestano, perchè il primo a causa di un incidente è rimasto zoppo e ha perso suo fratello Raphael in guerra, il secondo invece ha fatto ritorno, ma pieno di cattiveria verso tutto e tutti.

Il maestro e la moglie conservano gelosamente tristi segreti, l'anziano reverendo mostra tutta la sua ostilità verso il nuovo giovane parroco venuto da lontano e troppo "aperto", la pragmatica Marie è alla ricerca di un findanzato, Agnès sente stretto il mondo intorno a lei, i bambini assorbono le superstizioni e le paure dei compaesani adulti.

E quando nel bosco si ferma una carovana di zingari, una volpe addomesticata viene ferita e il giovane parroco tenta di conoscere il suo gregge ( Fiamma e Yann compresi), tutti i nodi vengono al pettine e i sentimenti, positivi e negativi, vengono allo scoperto, insieme al passato.

Una storia d'amore e d'amicizia ambientata in un ambiente ostile, non solo climaticamente parlando, tra persone abituate ad una vita dura e faticosa e, per questo, apparentemente fredde ma in realtà piene di vita, in cui sensi di colpa, invidia, rimorsi, superstizioni e sentimenti, si mescolano tra loro.

Un romanzo, scritto da una mia quasi coetanea milanese, che mi è stato consigliato dalla bibliotecaria e mi è piaciuto molto, sia per la sua ambientazione, a me familiare, sia per il modo forte ma insieme rispettoso di "trattare" e delineare i personaggi.
Per questo, lo consiglio anche io, nel consueto appuntamento con il venerdi' del libro di Home Made Mamma.

martedì 14 maggio 2019

Passeggiate in montagna con il passeggino: all'Alpe Bonze tra Piemonte e Valle d'Aosta

  Verso il rifugio Alpe Bonze e/o Donnas (AO), da Quincinetto (TO)

La primavera è ormai arrivata e, anche se le temperature sono ancora bassine e la meteo è instabile, appena possiamo andiamo a camminare, ovviamente con il ricciolino ed i gemelli, per ora bassa quota.

Vista sulle montagne della sinistra orografica della Dora

Una delle ultime passeggiate che abbiamo affrontato con i bambini ed il passeggino da sterrato, qualche giorno fa, ci ha regalato magnifici scorci panoramici sul Canavese e la bassa Valle d'Aosta: la pianura con la Dora serpeggiante, in lontananza il lago di Viverone, il Castello di Montalto e la linea dritta della collina morenica della Serra sullo sfondo, il Mombarone ed il Monte Mars davanti a noi.
Un incanto.

Vista sul Canavese
Per questo motivo, nonchè perchè si può percorrere anche in mountain bike e con il passeggino, voglio parlarne.
Purtroppo almeno metà è su asfalto, che poi diventa strada sterrata (comunque il transito dei veicoli è vietato e, in ogni caso, scarissimo).

Orsetto e Principessa in marcia !!!

Da Quincinetto (TO), al confine tra Piemonte e Valle d'Aosta, si sale per la strada che porta in località Santa Maria - Scalaro (si imbocca di finaco al cimitero, poco distante dall'uscita autostradale) svoltando a destra sulla stretta strada per S.Maria -Lecchia - Mirolo, posto all'incrocio poco dopo il ristoro alpino Santa Maria.


Appena prima di Chanton, al bivio tra la strada aslfaltata e l'alpeggio

Poichè si tratta di una stradina mal tenuta ed il nostro scopo era camminare, abbiamo lasciato l'auto poco dopo (altezza circa 1000 mt s.l.m., in un altro successivo incrocio, ove vi era un pò più di spazio a lato strada e non avrebbe dunque dato fastidio al transito di trattori o altri veicoli.
Poi siamo saliti per tre o quattro tornanti finchè la strada è diventata pianeggiante, arrivando, passato il cartello indicante la direzione per Sapelle, con vendita di formaggi e burro, in un bosco di betulle e noccioli.
Proseguendo in piano, si incontra un bivio in un tornante verso sinistra con cartello di segnale di divieto di accesso e una foto del rifugio Alpe Bonze (1859 mt s.l.m.), recentemente ristrutturato e riaperto stagionalmente.
Inboccata la strada chiusa al transito, che si fa sterrata, si arriva subito agli alpeggi di Chantoun/Chanton (1235 mt s.l.m.)

Alpeggio di Chanton e incrocio di strade, verso Donnas e verso Visey, per salire al rifugio Alpe Bonze

Verso destra, vi è la strada a tratti sterrata ed a tratti asfaltata che scende verso Donnas (AO), attraverso la località Praz Pusaz e, superato il bivio per Donnes tenendosi a destra, Monteil.
Verso sinistra da Chanton, si sale gradatamente fino all'alpeggio di Visey (1301 mt s.l.m.), poi al bivio, si lascia la strada asfaltata che sale a sinistra e si imbocca a destra una sterrata taglia boschi appena realizzata, seguendo le indicazioni per il rifugio Alpe Bonze, si sale agli alpeggi di Barrat (1352 mt s.l.m.), Montat (1366 mt s.l.m.) e, sempre seguendo le indicazioni per Alpe Bonze, Ca' Roussa/Roussa (1459 mt s.l.m.), dove termina la sterrata, con scorci sul sottostante abitato di Pont Saint Martin e Donnas.

Salendo da Visey verso Barat, Montat e Ca' Roussa, in direzione rifugio Alpe Bonze
Poseguendo dopo Ca' Roussa ma su sentiero (se non erro segnavia 3) si può salire verso il rifugio Alpe Bonze oppure, da Montat, scendere verso Donnes, sul sentiero 3A, per arrivare a Donnas (AO).

Panorama a Chanton
Con il passeggino o la mountain bike, le alternative sono due: da Chanton si scende per la strada (tutta tornanti abbastanza ripidi) verso Donnas, oppure ci si ferma dopo Montat e Ca' Roussa, fino a dove arriva la strada tagliafuoco, per rientrare dallo stesso itinerario, come abbiamo fatto noi.
Noi abbiamo inpiegato circa quattro ore, tra salita, pic nic e discesa ma, facendo camminare a tratti anche Orsetto e Principessa, 22 mesi, i nostri tempi sono decisamente dilatati.
La strada che da Donnas sale a Chanton

Una escursione con discreto sviluppo ma non eccessiva come dislivello e priva di pericoli particolari, a parte quello di perdersi tra stradine e alpeggi (tra l'altro, le probabilità di incontrare altre persone a cui chiedere indicazioni sono minime, visto che sono zone poco frequentate).
Consiglio infatti di munirsi di una cartina dei sentieri della zona (scala 1:25000), possibilmente aggiornata, visto che la strada tagliafuochi che parte da Visey è recente.

Vista su Donnas, zona campo sportivo Crestella  e sui monti sovrastanti
La vera attrattiva di questa gita è sicuramente il panorama che, salendo ancora sul sentiero verso il rifugio (opzione però non percorribile con passeggino o bambini piccoli), si apre sul massiccio del Monte Rosa e sul Cervino.

martedì 30 aprile 2019

Escursione con i bambini: le tre goye di Hone e da Hone (AO) a Pontboset

A pasquetta siamo riusciti finalmente ad andare in montagna a fare una escursione con i bambini e alcuni amici, anche loro con figli.


Il meteo era variabile, la temperatura abbastanza mite ma i turisti sulle strade e la neve caduta anche in bassa quota nei giorni precdenti ci hannl fatto optare per una meta vicina e in basso. 

Così, con calma, alle dieci passate ci siamo messi in cammino, partendo dall'abitato di Hone (AO), mt. 373 s.l.m. (parcheggio libero nei pressi del Municipio).
L'idea era quella di andare a Pourcil, un villagetto di montagna a 965 mt, sull'altro lato del torrente Ayasse rispetto al Municipio, ovvero sulla destra orografica dell'Ayasse.
Invece abbiamo imboccato fin da subito il sentiero sbagliato (segnavia n. 2, anzichè il n. 5, che parte prima del parcheggio, sempre sulla destra orografica), una mulattiera che, partendo a destra dal primo tornante della strada asfaltata che porta a Fontaney, si trasforma ben presto in sentiero tra i boschi e conduce a Pontboset, un abitato con 180 residenti posto a metà circa della Valle di Champorcher, mt. 780 s.l.m.

Pontboset è già stato più volte punto di partenza delle nostre escursioni (ad esempio, la passeggiata per l'orrido di Ratus e quella per il il Crest ed il Santuario di Retempio), così come la Valle di Champorcher (AO) più in generale (ad esempio, da Outre l'Eve) ma i sentieri sono talmente tanti che vi è sempre qualcosa da scoprire!

In questo caso, ci eravamo accordati con gli amici per camminare un pò e poi goderci un bel pic-nic, in tutto relax (in fondo, è quel che si fa a Pasquetta), quindi a Pontboset non siamo arrivati, pur avendo percorso praticamente tutto il dislivello positivo (perchè ci siamo fermati a quota 740 mt circa) e più di metà dello sviluppo del sentiero.


Abbiamo attraversato un bel ponte in legno con tanto di vista sulla cascata e attraversato due alpeggi ormai abbandonati (Ron Dezot e Ron Dessou), per poi mangiare e tornare indietro alla partenza della mulattiera (circa due ore di salita e una di discesa, con i 4 bambini più grandi a piedi ed i gemelli che per un tratto hanno camminato, per poi farsi portare).

Da gite precedenti in zona, so che proseguendo per un'oretta (forse qualcosa in più con i bimbi) saremmo arrivati all'orrido di Ratus, avremmo attraversato  il ponte sospeso e per poi proseguire sul sentiero degli orrido (o dei ponti) fino alla borgata.




Non paghi, invece, dopo una breve sosta, abbiamo deciso di fare un ultimo sforzo e, seguendo le indicazioni che partono dal prato alla base della mulattiera, di andare a scoprire, attraverso un bel ponte panoramico sospeso su un orrido e un breve seniero attrezzato a lato del torrente Ayasse, le tre goye di Hone: davvero bellissime!!!


Purtroppo le foto, questa volta scattate con il telefonino, non rendono merito al paesaggio ed ai giochi d'acqua.

Tutto sommato, quindi, per me la gita è stata un successo, nonostante l'iniziale cantonata sul percorso!
E dire che a casa noi avevamo la cartina dettagliata dei sentieri della Valle di Champorcher - Parco Mont Avic in scala 1: 25000... sarebbe bastato ricordarsene prima di partire, anzichè al ritorno.



Info pratiche: 
parcheggi auto, a pagamento e non, disponibili nei pressi del Municipio. Parcheggio per camper  appena oltre il ponte sull'Ayasse. A fianco del complesso che opsita Municipio, farmacia e biblioteca comunale, vicino  al torrente Ayasse, un pò nascosto, si trova anche un bel parco giochi per i bambini, con fontana d'acqua. Bar e ristoranti nelle vicinanze.
Hone è posto di fronte a Bard, con il suo magnifico Forte.
Da Hone parte la strada che porta a Champorcher.
Il sentiero che abbiamo percorso noi è ben tracciato e non presenta particolari rischi per i bambini, tranne alcuni tratti un pò esposti in cui porre attenzione. Non è pero' percorribile con i passeggini, al pari del sentiero per le tre goye di Hone. Anche in questo caso non ci sono rischi particolari ma, essendo a fianco del torrente, è bene prestare attenzione e tenere i bimbi piccoli per mano.

giovedì 14 febbraio 2019

Sci di discesa VS. sci di fondo, ovvero sci alpino VS. sci nordico

Vi ricordate dei due post in cui scherzosamente misi a confronto nuoto e corsa, per evidenziare vantaggi e svantaggi di uno sport rispetto all'altro?  (No? Considerato che li scrissi nel lontano 2015, posso perdonarvi ma andate a leggerli, per sapere quali sono i miei personali 17 motivi per nuotare e 15 per correre e i lati di negativi di fare l'una o l'altra attività !)


Questo post nasce con lo stesso spirito scherzoso e la stessa premessa che è scritto da una  praticante di entrambi gli sport ma solo a livello amatoriale e medio, non agonistico.
E non solo...trovate anche l'opinione del ricciolino. 



Sci di fondo
Sci di discesa
1) Può essere molto faticoso.
Puoi scegliere facilmente con quale livello di intensità praticarlo: passeggiando come una mucca al pascolo oppure spingendo come una dannata, senza mai fermarti.
Ne consegue che volendo puoi bruciare molte calorie in pochissimo tempo. O anche sudare poco ma bruciare qualcosa comunque.
Se sia uno svantaggio o un vantaggio, dipende dal tuo obiettivo o dal tuo stato d'animo.
1) E' meno faticoso.
Mediamente è meno faticoso e dunque si consumano meno calorie.
Se sia uno svantaggio o un vantaggio, dipende dal tuo obiettivo o dal tuo stato d'animo.
2) E' salutare.
E' uno sport aerobico e completo, che coinvolge gambe, ma anche dorsali, spalle e addominali.
Insomma, ci si guadagna in salute.
2) E' meno salutare del fondo, nel senso che è meno completo.
E' uno sport maggiormente anaerobico e che potenzia molto soprattutto le gambe.
E' comunque attività fisica e dunque sembre positiva.


3) E' comodo, a livello di abbigliamento.
L'abbigliamento può essere molto tecnico ma anche per nulla.
Ho visto gente sciare tranquillamente con una tuta felpata, pile o maglione e giacca a vento o piumino tradizionali, di quelli che usi anche per fare "le vasche" in centro città.
E gente con la tutina da fondo super aderente o altro abbigliamento suoper tecnico (che negli anni, se ti appassioni, finisci per comprare).
In ogni caso, non è indispensabile acquistare un abbigliamento ad hoc diverso da quello per l'inverno in generale e questo, se sciate qualche domenica ogni tanto una settimana all'anno, può essere un grosso vantaggio.
3) E' scomodo, a livello di abbigliamento.
L'abbigliamento richiesto è abbastanza tecnico o, come minimo, è abbastanza specifico.
Non basteranno guantini di lana ma serviranno guanti caldi da sci, pantaloni imbottiti o comunque impermeabili per non trovarsi bagnati alla prima caduta, calze adatte agli scarponi ecc. Se però amate lo shopping, sarà un vantaggio!
4) E' comodo, a livello di attrezzatura.
L'attrezzatura è leggera e abbastanza comoda : con le scarpette da fondo si può camminare abbastanza comodamente e, tenuti in mano, non pesano mezzo quintale; in bagno le scarpette non sono d'ostacolo e gli sci poggiati sulle spalle non ti fanno venire i lividi, il braccio non si stanca troppo nel tragitto auto - pista, caricarli sul portasci dell'auto non è un esercizio di sollevamento pesi ecc.
Il che, se vi tocca portare anche sci e scarponi dei figli, è un toccasana.
E potete insegnare presto ai i figlia portarsi da soli gli sci e camminare con gli scarponi.
4) E' scomodo, a livello di atrezzatura.
L'attrezzatura è pesante e scomoda.
Con gli scarponi (notare la differenza di lessico tra "scarpette" e "scarponi", dice tutto) si fatica a camminare, si è rigidi come baccalà e si rischiano cadute ad ogni passo.
Andare in bagno per una donna o una bambina con gli scarponi? Una faticaccia!
Gli sci pesano come macigni sulle spalle e riuscire a metterli nel porta sci sul tettuccio dell'auto è un esercizio degno di sollevatori di pesi.
Il che, se vi tocca portare anche sci e scarponi dei figli, è una condanna.
E fino ai dieci anni suonati i bambini vi imploreranno di portargli gli sci e si lamenteranno degli scarponi.
Il tragitto auto - piste, soprattutto alla fine della giornata, è un supplizio.
Corollario del punto 4), l'attrezzatura è meno ingombrante: l'attrezzatura è meno ingombrante e dunque è più facile farla stare in auto con i figli!
Corollario del punto 4), l'attrezzatura è più ingombrante: l'attrezzatura fatica a stare in auto insieme alla famiglia!
5) E' un po' masochistico, perchè in fondo si cerca anche la fatica, però manca quella sottile ma indubbia soddisfazione di sfilarsi gli scarponi a fine giornata e godere del sollievo provato dai piedi.
5) Una volta arrivati sulle piste, non è masochistico. Lo è prima.
E poi, volete mettere la sottile ma indubbia soddisfazione di sfilarsi gli scarponi a fine giornata e godere del sollievo provato dai piedi?!?
6) E' veloce.
Non si fanno code in biglietteria. O almeno, a me non è mai successo, in nessuna località italiana o svizzera.
Niente code neppure sulle piste, visto che non ci sono impianti di risalita. Al massimo dovrete superare qualche sciatore in salita o farvi da parte per essere superati ma non c'è mai affollamento, per fortuna.
6) E' lento.
Le code in biglietteria sono all'ordine del giorno, soprattutto nelle ore di punta.
Lo stesso vale per le code agli impianti di risalita, soprattutto nelle stazioni sciistiche più rinomate e nei giorni più gettonati, purtroppo sono la norma
7) E' più ecologico.
L'impatto ambientale è molto contenuto.
Niente impianti di risalita, niente inquinamento, salvo quello dello spazzaneve quando batte la pista e l'eventuale (in genere comunque modesto), innevamento artificiale.
Minore, quando non nulla, modificazione ambientale prodotta per creare le piste.
Minimo anche l'impatto estetico d'estate.
7) E' meno ecologico.
Inutile nasconderlo: l'impatto ambientale è elevato, sia sotto forma di modifiche apportate al territorio per creare le piste, sia come consumo di carburante e, eventualmente acqua, per mantenere in funzione impianti di risalita, innevamento artificiale e spazzaneve.
Notevole impatto estetico negativo anche d'estate.
Non sempre le piste diventano pendii erbosi o sono fruibili d'estate da animali o persone.
8) E' molto rilassante, a livello mentale.
8) E' molto divertente!


9) E' poco o per nulla adrelanico.
Purtroppo per i miei gusti, poca adrenalina.
Però c'è la soddisfazione per la fatica, il movimento, il relax ecc.
9) E' molto adrenalinico!
Soprattutto con piste nere e vuote, quando puoi spingere sulla velocità e/o usare tutto lo spazio che vuoi.
10) E' sicuro.
Possibilità di infortuni e/o scontri con altri sciatori molto bassa.
10) E' abbastanza pericoloso.
In senso relativo, ovviamente.
Le possibilità di infortuni, traumi e/o scontri con altri sciatori è più elevata che nello sci di fondo ed in altri sport.
11) E' facile da imparare a livello molto basico.
Il livello principiante della tecnica classica (il c.d. passo alternato) si impara facilmente e rapidamente. Così bastano poche lezioni per poter fare da soli. Se invece si vuole diventare bravi e /o fare anche pattinato, le difficoltà ovviamente aumentano. E di molto.
11) Non è semplice da apprendere, anche a livello base, se non si ha dimestichezza con la neve.
Il livello basico richiede qualche lezione e molte ore di sci in più, per essere appreso.
12) I bambini possono inziare prestissimo, anche verso i due anni
12) I bambini devono attendere qualche anno in più.
E' indicato dai 5/6 anni,, alcuni dicono 4. Dipende anche dall'altitudine a cui si arriva rapidamente con funivie e/o seggiovie.
Molti genitori, che si chiedono preoccupati dove trascorrere le estati in montagna senza esporre ad un'altitudine non approvata dai pediatri i loro figli, trascurano completamente questo aspetto quando si tratta di portarli a sciare, andando oltre i 3.000 mt ben prima della pubertà.
13) E' economico
Costi di skipass ed attrezzatura sono contenuti: per una famiglia, è sicuramente un vantaggio non trascurabile.
Si parla in media di 7 Euro per un giornaliero, anche 4/5 nelle stazioni più piccole.
Anche le lezioni costano un po' meno.
13) E' caro.
I costi di skipass (in Valle d'Aosta, un giornaliero adulto costa in media sui 45 Euro) ed attrezzatura, soprattutto per una famiglia intera, sono importanti.
Per non parlare delle lezioni di sci.
Certo, con qualche accorgimento, si può risparmiare qualcosa, ma rimane comunque costoso.


14) Impegna poco tempo, anche se si va con calma.
Una giornata di sci può durare anche solo un paio d'ore e lasciarti soddisfatto e felice, pronto per una bella cioccolata calda o un aperitivo al bar o altri impegni.
Con i bambini, che si stancano prima, o dovendo incastrare altri impegni, non è male.
14) Impegna molto tempo.
Richiede almeno mezza giornata, se non dalla mattina presto alle cinque del pomeriggio. Altrimenti si rischia di passare più tempo in coda o in seggiovia che sciando e probabilmente sarà comunque così, a conti fatti.
15) E' fotografico.
Ti permette di goderti il paesaggio ad ogni passo e fotografare diventa inevitabile (anche perchè è un'ottima scusa per fermarsi un attimo a riprendere fiato!)
15) E' fotografico
Dalla funivia puoi goderti il panorama in pieno relax. E scattare fotografie in tutta calma.
16) E' silenzioso.
Il silenzio ovattato è quasi sempre assicurato.
E si riesce a staccare la mente o, al contrario, immergersi nei propri pensieri senza difficoltà
16) E' rumoroso.
Tra altri sciatori, gli impianti, la musica diffusa dai bar e/o dalle seggiovie e l'aria che fischia nelle orecchie, il silenzio è un'utopia.


17) E' uno sport "caldo".
Difficile patire il freddo mentre lo si pratica.
Un pò all'inizio e dopo, se non ci si veste e/o cambiano gli indumenti bagnati, però durante il movimento ci si scalda e, semmai, ci si ritrova a spogliarsi di strati divenuti superflui.
17) E' uno sport "freddo".
Si patisce spesso e volentieri il freddo, soprattutto alle estremità, anche se ben vestiti. Sciando si suda ma poi le risalite immobili sugli impianti spesso raffreddano, così come l'aria durante la discesa.
18) Volendo, e' uno sport "social": si può sciare per ore senza mai smettere di chiaccherare.
Sempre che amici, compagni di sciata o figli più in forma di noi non accellerino per farci mancare il fiato o non decidono di lasciarci indietro.
Io, ad esempio, riesco a parlare e pure mio figlio: per disperazione, mio marito "ci semina" dopo il primo chilometro.
18) E' più solitario ma non è neanche detto
Si può andare a sciare in compagnia ma ma si parla sugli impianti ed al bar, non mentre si scia. E a volte ci si perde tra una seggiovia e basta.

In comune entrambi gli sport hanno la possibilità di fare stare all'aria aperta e godere delle bellezze della natura della montagna in inverno, muovendosi e divertendosi.
E non è poco!

E questo è quello che ne pensa il ricciolino.



Lati positivi dello sci di discesa: 
- non si fa fatica, basta mettere gli sci verso il basso, chianarsi un pò e si va!
- non bisogna fare le salite faticando e neppure scaletta perchè ci sono gli impianti;
- si va veloci;
- sulle seggiovie ti riposi e puoi goderti il paesaggio.

Lati positivi dello sci di fondo:
- è divertente, perchè si può andare fuori pista senza pericolo nella neve fresca e anche giocare in squadra con la palla o a hockey e fare i percorsi;
- le scarpette sono comode;
- puoi faticare!
- sei in posti belli in montagna.



p.s. Alla fine, quale dei due sport preferisco io?
Anche se, come ho scritto pochi giorni fa, per i bambini e con i bambini al momento privilegiamo lo sci di fondo, la mia passione rimane lo sci di discesa, da praticare però in giorni di non affollamento e senza figli!


Ora tocca a voi....quale sci o altro sport invernale preferite e praticate ? Cosa ne pensate delle differenze che ho indicato? E dell'opinione del ricciolino? Condividete?